Sotto il Vaticano, terra dei morti

di Fabio Isman
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Sabato 22 Ottobre 2016, 17:19
La tomba di San Pietro e la necropoli usata fino al IV secolo: un tuffo nel passato

LA STORIA
San Pietro e il Vaticano erano terra di morti. La grande storia del massimo tempio della Cristianità, e del più piccolo Stato al mondo, nasce da qui. Dalla tomba di San Pietro e da una necropoli affascinante, rimasta come era all'epoca degli antichi romani, che pochi conoscono: ci si deve prenotare, e per il grande pubblico non possiede il richiamo di Michelangelo, o Raffaello. E' bene ricordarle adesso, che, per la prima volta, il Vaticano ha deciso di mostrare le reliquie dell'Apostolo fuori dalle Grotte, pur se qualcuno sostiene che la sepoltura originaria fosse alle Catacombe di San Sebastiano, alla «Memoria apostolorum».

LA TOMBA
La tomba di Pietro era nota in antichità, ma papa Pacelli, Pio XII, ne aveva svelato la scoperta aprendo l'Anno Santo del 1950; le ossa erano state trovate nel 1939; ma 10 anni dopo, Margherita Guarducci aveva letto su un muro rosso un graffito: «Petros enì», Pietro è qui. E' la prova decisiva: Paolo VI Montini la annuncia nel 1968, dopo il ritrovamento di altre ossa, tra cui quelle di un uomo di 60/70 anni, in un prezioso panno di porpora con fili d'oro. L'ultimo libro di un altro studioso, Andrea Carandini («Su questa pietra», ed. Laterza, con dedica a Papa Francesco), la ricostruisce, parlando di «Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa». Già menzionata nel 200 vicino al circo Vaticano, dove il primo Papa è martirizzato da Nerone, diventa poi un trofeo, e si accresce nel tempo. Un'edicola in posizione più alta delle restanti inumazioni; due lesene; una nicchia marmorea; un tetto e l'inserimento nel primo San Pietro, di Costantino; fino alla «Confessione» di Bernini (1624 - 1633) che gli è esattamente sopra. L'angusto sacello si visita a gruppi.

LA NECROPOLI
Ma sotto il Vaticano non c'è soltanto questa tomba. Per di qua passava l'antica Via Trionfale, lungo cui sono disposte migliaia d'altre sepolture. Quasi ogni volta in cui un papa ha disposto dei lavori, è venuta alla luce una parte della vasta necropoli, che è stata così salvata. Di recente, due di loro sono state riunite. E' uno squarcio del passato assolutamente inestimabile. Colombari dipinti, piccoli mosaici, statuette, edicole, urne; da qui vengono anche molti sarcofagi, che si ammirano sopra, nei Musei Vaticani. Ancora adesso, soltanto a guardarlo, il luogo sa raccontare tantissimo di sé. Le prime tombe sulla via Trionfale le vide Pirro Ligorio, e ne riferì nel 1543, durante la costruzione del Bastione che si chiama del Belvedere; un altro settore è stato scavato, sempre per motivi di edilizia e urbanistica, negli Anni 30; e, ancora, per costruire l'Autoparco, e l'Annona; l'ultimo, è venuto alla luce nel 2003, nel nome di un garage a più piani, da cui anche la nuova porta del Vaticano, su piazza Risorgimento. I rialzi si sono mantenuti, e per un livello discreto. Qui, sotto dove si svolge oggi la vita di ogni giorno, si compie un grande e raro salto nel passato. Un lapidario mostra quante e quali lapidi siano state qui rinvenute; ci sono anche piccole are ed altari. Soltanto l'ultimo scampolo di questa necropoli ha restituito «oltre quaranta mausolei di diversa grandezza e più di 200 tombe singole», come dice Paolo Liverani, uno tra quanti l'hanno scavato. Si passa dalla fine del I secolo avanti Cristo, agli inizi del IV, quando l'area pare venga abbandonata.

LE CRIPTE
Ovviamente, maggiore è il richiamo delle Cripte, o Grotte, sotto la Basilica, risultato del suo innalzamento di tre metri operato da Antonio da Sangallo.
Raccolgono i cimeli e sarcofagi del vecchio San Pietro, e la necropoli dei Papi, di cui però non diremo. Vale invece la pena di spiegare che la Tomba di Pietro non è stata mai rimossa: solo coperta, anche durante i lavori a cielo aperto di Donato Bramante. E il poco che si è rimosso, come il marmo di Pio VI Braschi, l'ultima statua di Antonio Canova, ha destato proteste; è per quell'occasione uno sferzante versetto di Pasquino: il papa «per non perder la fede / perdé la sede». Le tombe di questa necropoli sono pre-costantiniane; più a lungo dura, invece, la «città dei morti» sulla «Via Triumphalis»; e i testi trovati specificano mestiere e provenienza dei morti: facendone un autentico spaccato della Roma d'allora.
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