Roma, la sorpresa dell'Appia Antica: riaffiorano le case medievali di Bonifacio VIII

Roma, la sorpresa dell'Appia Antica: riaffiorano le case medievali di Bonifacio VIII
di Laura Larcan
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Lunedì 30 Maggio 2022, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 10:24

L'Appia Antica svela la sua vita medievale. Un capitolo inedito, incastonato nei primi anni del 1300, che prende le forme un complesso di case a due livelli, con il piano terra attrezzato come rimessa o magazzino, e il primo a residenza. Ma nulla di umile o rurale, perché tra le pieghe della terra e di secolari crolli sono riaffiorate le ceramiche dipinte dei servizi da tavola, i bei piatti abbinati a ciotole e brocche, con figure di melograni in bruno e verde su fondo bianco, e persino calici in pasta vitrea per brindisi e degustazioni. E le decorazioni echeggiano un passato classico, come il frammento di un sarcofago con la scultura di un soldato romano, e i capitelli di estro asiatico. Il colpo d'occhio è impressionante. Le scoperte stanno riaffiorando dal primo scavo di ricerca avviato dal parco archeologico dell'Appia Antica diretto da Simone Quilici. Un'area accanto alla chiesa di San Nicola e all'ombra del Mausoleo di Cecilia Metella. Lo supervisiona Stefano Roascio, e lo conduce l'archeologa Francesca Paolillo insieme alla società Eos Arc di Emanuele Giannini e Valerio Frabotta.
Siamo nell'area del Castrum Caetani, la fortezza di Bonifacio VIII, il pontefice di Anagni e del primo Giubileo: quasi tre ettari racchiusi da una cinta muraria puntellata in origine da diciannove torri e che sfruttò proprio la mole del Mausoleo di Cecilia Metella come torrione di controllo sull'Appia Antica, non altro che l'ingresso a Roma dalla via del Sud.

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IL SOGNO DEL PAPA
Lo scavo mette in luce, allora, l'insediamento di abitazioni del Castrum: documentano il sogno di Bonifacio VIII di creare una sua Villanova, una sorta di borgo con strutture abitative su tutta la superficie della fortezza. «Sono case che risalgono ai primi anni del 1300 - osserva Stefano Roascio - Ma nel novembre del 1303 Bonifacio VIII muore e il sogno dei Caetani svanisce. Vengono abbandonate nel 1349, anno anche del terremoto che ne farà crollare probabilmente i tetti. I muri delle case saranno poi rasati nel 500, come testimoniano altre ceramiche ritrovate».
L'impresa è partita da un interrogativo scientifico: tanto spazio per nulla? «Il Castrum Caetani - racconta Emanuele Giannini della Eos Arc - è sempre apparso come una scenografia da cinema, vuoto, inabitato.

Possibile? La svolta è stata grazie alla tecnologia. Il georadar ci ha consentito di vedere tracce di monumentali strutture murarie sottoterra. Da quell'indizio abbiamo iniziato lo scavo». Un cantiere che sta calamitando ora l'attenzione di molti studiosi. «Contesti medievali così intatti sono rari da trovare a Roma - osserva Roascio - Gli ultimi casi possono essere ricollegati alla Crypta Balbi e ai Fori».

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