Andrea Pennacchi: «Mi sono salvato con Shakespeare. E ora che leggo?»

L'attore chiuderà il tour estivo il 9 settembre al Teatro Romano di Ostia Antica

Andrea Pennacchi: «Mi sono salvato con Shakespeare. E ora che leggo?»
di Katia Ippaso
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Giovedì 7 Settembre 2023, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 15:21
Andrea Pennacchi riconosce un unico grande maestro: William Shakespeare: «Mi ha cambiato la vita. Mi ha fatto capire, per esempio, come poche storie possano limitarci fortemente». Per l'attore e narratore veneto, volto familiare del programma Propaganda Live su La7, questi limiti non esistono. Nell'ultima variante di Pojana e i suoi fratelli, lo spettacolo con cui gira per l'Italia da cinque anni e che chiuderà il tour estivo il 9 settembre al Teatro Romano di Ostia Antica, porta in scena tanti diversi personaggi, pronti a cambiare pelle a seconda della notizia del momento: «In questi giorni, mi incuriosisce, per esempio, la storia del generale Vannacci e del suo libro, ma sono pronto a far confluire nel racconto anche notizie dell'ultima ora». Il modello teatrale di riferimento è Le allegri comari di Windsor di Shakespeare, ma il terreno che ha nutrito la lingua che parlano Pojana e i suoi fratelli è la Pianura Padana con i suoi buffi tipi umani. Musiche di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato.
Come è nato il personaggio di Franco Ford detto Pojana, la sua maschera più riuscita?
«Mi ricordo perfettamente che cinque anni fa, mentre stavo lavorando a un adattamento de Le allegri comari di Windsor, Franco Ford ha cominciato a parlarmi dal suo capannone, attorniato dai suoi fucili. Gli altri personaggi, i suoi fratelli, sono nati dopo.
L'attaccamento alle radici è di per sé ambivalente. Lei come lo affronta?
«Domanda impegnativa per un guitto. Non si può far finta di non avere radici. Il vero problema sorge nel momento in cui cominci a dire che le radici sono sacre, inviolabili. Le radici possono portare a delitti e violenze, se ti metti in testa che quelli diversi da te vanno eliminati».
Come cambia la musica dello spettacolo?
«Siamo ancora più rock, con una band ancora più numerosa».
Che rapporto ha con il pubblico romano?
«Splendido. Secondo me, il pubblico romano è tra i più generosi. E poi sono felice di tornare nel Teatro di Ostia antica. Il teatro è perfetto e tutta la zona archeologica è una meraviglia».
Pojana e i suoi fratelli sono personaggi del Nord Est che pretendono di avere una loro opinione su tutto. Quali fatti commenteranno il 9 settembre?
«Potrei servirmi anche della notizia del giorno, qualcosa che non è ancora accaduto. Intanto, sono abbastanza incuriosito dal libro del generale Vannacci».
Perché?
«Mi colpisce perché sono cresciuto in un mondo in cui si ha rispetto verso i militari. Mi lascia basito la sola idea che un generale si pubblichi un libro da solo per dire la sua opinione sul mondo. È contro l'etica del milite. Per quanto riguarda le opinioni, poi, si tratta di pure lamentele, quindi sono risibili. Peccato che il libro sia in vetta alle classifiche. Questo è davvero preoccupante.
"Shakespeare & me, come il Bardo mi ha cambiato la vita" è il titolo di un altro suo spettacolo ancora in tournée. Un incontro fulminante?
«Shakespeare mi ha aiutato ad avere consapevolezza di me e degli altri. Immergermi nelle sue storie è stata per me fonte di salvezza».
Mi fa pensare alla frase di Woody Allen: "leggo per legittima difesa".
«Anche per me è stato così, solo che io sono monomaniaco. Per me, leggerei sempre e solo Shakespeare».
L'atmosfera che si respira a "Propaganda Live" è così ludica come sembra?
«È proprio così. Fin dal primo giorno, ho avuto l'impressione di ritrovare vecchi compagni che non vedevo da tanto tempo».
Nessun conflitto?
«Vorrei poter raccontare dei retroscena velenosi, ma proprio non ci sono».
Come ha vissuto il personaggio di Antonio Monte, vice ispettore accanto a Paola Cortellesi in "Petra" (ancora disponibile su Sky)?
«Ho amato moltissimo quel personaggio, per come è scritto. Lui e Petra sono esseri umani molto diversi, ma si agganciano nella solitudine, nella disperata ricerca della giustizia».
 
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