Tram in via Nazionale, troppi dubbi: seduta straordinaria in Consiglio comunale

Di Stefano (FI-UdC): «Ora il Comune si fermi almeno fino alla discussione»

Tram in via Nazionale, troppi dubbi: seduta straordinaria in Consiglio comunale
di Fernando M. Magliaro
4 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Settembre 2023, 00:18

Il contestatissimo progetto del Comune di creare una nuova linea tranviaria da Termini (palazzo Massimo) al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza dei Giureconsulti) approda in Consiglio comunale. 
Le opposizioni, primo firmatario Marco Di Stefano, capogruppo di Forza Italia-Udc, hanno depositato la richiesta di Consiglio straordinario monotematico. A firmare l’atto, oltre a Di Stefano, anche i consiglieri di Fratelli d’Italia - Giovanni Quarzo, Francesca Barbato, Stefano Erbaggi, Mariacristina Masi, Rachele Mussolini e Federico Rocca - della Lega - Fabrizio Santori e Davide Bordoni - e di Azione, Flavia Di Gregorio e Dario Nanni.

A questo punto, la decisione sulla data sarà presa dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi che hanno 30 giorni di tempo per calendarizzare la seduta. «Solleciteremo come centrodestra una riunione del Consiglio urgente perché di fronte a così tante eccezione che fanno tutti forse qualcuno si deve porre il problema se sarà un’opera da fare o se sarà una delle nuove incompiute della città», dice Di Stefano. «Per noi è importante che se ne parli per conoscere il progetto.

Ci arrivano segnalazioni critiche da associazioni del territorio e residenti. Forse nel 2028, anno dell’eventuale entrata in servizio, i mezzi potrebbero essere superati, ma è un tempo così lontano che potrebbe nascere vecchio. Vogliamo capire come stanno le cose, prima che venga distrutto il centro dal Vaticano a Termini», commenta Rocca. E incalza Quarzo: «Capiamo le criticità e se sono rispettate le procedure: vogliamo aprire un dibattito pubblico cittadino». 

L’OPERA
Parliamo del Tva, il tram Termini-Vaticano-Aurelio, spinto dalla lobby filotranviaria di sinistra con il silenzio degli ecologisti. La linea avrebbe il capolinea di Termini situato sotto Palazzo Massimo, sede sia della Soprintendenza sia del Museo nazionale romano. Da lì, la coppia di binari percorrerebbe nei progetti del Campidoglio via Luigi Einaudi, piazza della Repubblica, via Nazionale, via IV Novembre, piazza Venezia, via del Plebiscito, largo Argentina e Corso Vittorio. Il Tevere sarebbe scavalcato a Ponte Vittorio da dove il “ramo” Vaticano passerebbe sotto gli archi di Passetto di Borgo, via Porcari e piazza Risorgimento; mentre il “ramo” Aurelio, dopo Ponte Vittorio girerebbe a sinistra di fronte il Santo Spirito in Sassia, poi, passando la Galleria sotto il Gianicolo, percorrerebbe Porta Cavalleggeri e via Gregorio VII fino al capolinea di piazza Giureconsulti. Poco prima di Giureconsulti, a largo Cardinal Micara, l’attuale parcheggio per i residenti verrebbe cancellato per far posto al deposito delle vetture tranviarie. Contro quest’opera, il coro di «no» è più che numeroso: bocciano il progetto del Comune l’associazione residenti del Centro storico. Poi, Confcommercio, Confesercenti, Botteghe Storiche, Commercianti di via Nazionale, Federmoda. Ancora: associazione di motociclisti e vespisti, tassisti e sindacati dei vigili urbani. Poi ci sono i docenti e gli esperti: archeologi, docenti universitari, ingegneri evidenziano le enormi criticità della progettazione. 

LE CRITICHE
A parte «l’altissimo rischio» che la Soprintendenza paventa per aree archeologiche, edifici medievali e palazzi rinascimentali, i problemi vanno dalla totale assenza di aree dedicate al carico e scarico merci e alla raccolta dei rifiuti per le utenze non domestiche; alla assenza di valutazioni sull’impatto che le manifestazioni - piazza della Repubblica luogo di raduni, piazza Santi Apostoli dei sit-in e piazza Venezia per le cerimonie all’Altare della Patria - possono avere sul tram. E, ancora, i rischi connessi con i tre grandi “tappi” che il progetto si accinge a creare: Termini/Repubblica, via IV Novembre e piazza della Rovere/Santo Spirito in Sassia, sono le tre zone dove un qualunque problema che blocchi i tram si trasformerebbe in pochi minuti in una congestione infernale di tutto il Centro storico, del Vaticano, di Termini. Infine, fra gli appunti che tutti - residenti, commercianti e politici - evidenziano è la totale assenza di informazione e partecipazione da parte della popolazione e di un dibattito pubblico vero e proprio. 

Almeno fino a che non si arriverà al dibattito in Consiglio comunale: «Mi auguro che almeno fino alla seduta, il Comune sospenda ogni attività su quest’opera, se non altro per rispetto verso l’Assemblea e verso le associazioni che stanno partecipando alla vita della città», chiosa Di Stefano.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA