«Delle due l’una: sul tram Termini-Vaticano-Aurelio o sono tutti vittime di un’allucinazione collettiva oppure potrebbero davvero esserci molti più problemi di quelli fino ad ora emersi»: il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Quarzo, spiega così l’interrogazione sul tram Tva in arrivo sui tavoli di metà della giunta capitolina.
L’OPERA
Parliamo del progetto - tanto amato dalla lobby filotranviaria della sinistra nel silenzio complice degli pseudo-ecologisti che ignorano i nuovi bus elettrici che Atac sta acquistando - di costruire una nuova linea tranviaria che abbia come capolinea Termini di fronte Palazzo Massimo, piazza Risorgimento vicino al Vaticano e, infine, piazza Giureconsulti all’Aurelio.
LA LISTA DI NO
Sin dall’inizio, dopo che il progetto è passato all’appalto senza essere mai esaminato in un pubblico dibattito, contro l’opera si sono schierati i residenti del Centro Storico, il mondo imprenditoriale con Confcommercio, Confesercenti, Botteghe Storiche, Commercianti di via Nazionale, Federmoda. Poi, anche sindacati dei vigli e tassisti e i moto club di Roma. Più il mondo accademico più serio: ingegneri di Roma, Torino, Milano; archeologi e storici, le bocciature sul progetto sono innumerevoli.
«Arrivati a questo punto, presenterò un’interrogazione urgente al sindaco Gualtieri, agli assessori alla Mobilità, Eugenio Patanè, all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, al Turismo, Alessandro Onorato, e alle Attività produttive, Monica Lucarelli, sulla quantità di “no” al Tva. Sono settimane che leggiamo gli allarmi lanciati da numerosissime persone: possibile che siano tutti vittime di allucinazioni collettive? O magari l’opera ha davvero dei problemi?», si chiede ancora Quarzo che aggiunge: «Ad esempio, mi domando: la mancanza del dibattito pubblico previsto dalla legge potrebbe essere un elemento di impugnabilità dell’intero iter dell’opera la cui approvazione somiglia più al modello Luigi XIV con Versailles che a quello di una città in cui si celebra la partecipazione ai processi decisionali dei cittadini? Io credo che a questo punto, sia necessario un momento di pausa e di ascolto. Del resto, se le preoccupazioni dei cittadini e delle categorie produttive sono infondate, basterà poco per confutarle e convincere tutti della bontà del Tva. Se, invece, sono stati compiuti errori in fase di progettazione, siamo ancora in tempo ad evitarli».