Terminillo stazione montana, il nuovo ostacolo ha il nome di “usi civici”

Terminillo stazione montana, il nuovo ostacolo ha il nome di “usi civici”
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Domenica 4 Aprile 2021, 00:10

RIETI - Il raggiungimento della fase esecutiva del progetto di Terminillo stazione montana sbatte contro i cambi di destinazione d’uso dei terreni demaniali dei Comuni interessati dal Tsm. Dopo i due ricorsi già presentati al Tar dal Comune di Cantalice (contro la bocciatura del collegamento tra Sella di Cantalice e l’area sciabile di Campo Stella) e da parte di alcune associazioni ambientaliste che chiedono l’annullamento della Valutazione di impatto ambientale, ora, davanti alla chiusura della Conferenza dei servizi (che deve essere operata dalla Provincia per l’acquisizione di tutti gli atti relativi al Tsm) si presenta l’intervento della Direzione regionale dell’area “Legislativa e Usi Civici”, per rispondere alla richiesta avanzata dal responsabile unico del procedimento del Tsm di poter concludere entro domani l’iter autorizzativo al mutamento di destinazione d’uso dei terreni di dominio collettivo ricadenti nei Comuni di Leonessa, Micigliano e Cantalice. 

Il fatto. Per chiudere la Conferenza dei servizi e passare alla progettazione esecutiva di quanto previsto dal Tsm, la Provincia è stata chiamata dalla Regione a produrre una serie di documenti aggiuntivi, fra i quali figurano i cambi di destinazione d’uso dei terreni dei Comuni sui quali dovrà insistere il Tsm: così il 18 marzo la Provincia ha chiesto a Regione e Soprintendenza di poter concludere, entro domani, l’iter autorizzativo per cambiare la destinazione d’uso di quei terreni.

Ma il primo aprile la Direzione regionale ha risposto seccamente alla Provincia, scrivendo che «occorre evidenziare come tutta la vicenda presenta aspetti poco chiari e con evidenti criticità per quanto riguarda la sequenza degli atti, dei procedimenti e dei contenuti dei provvedimenti in materia di usi civici in rapporto alla Conferenza di servizi».

La Regione risponde di aver autorizzato, nel 2014, il mutamento di destinazione d’uso su alcuni terreni interessati dalla prima versione del Tsm, ma sulle richieste di mutazione avanzate successivamente dalla Provincia nel 2017, la Direzione regionale risponde di non aver «rilasciato alcun parere né autorizzazione». Un intoppo che, secondo quanto comunicato dalla Direzione regionale (anche sulla scorta della sopravvenuta legge 168 del 2017) rischia di portare persino alla chiusura dell’attuale Conferenza per aprirne un’altra e valutare così i nuovi cambi di destinazione d’uso. E, a prescindere, la questione richiederà comunque un incontro con il Rup, il ministero della Cultura e le amministrazioni «al fine di chiarire e concordare modalità operative condivise». Insomma, in vista del termine ultimo di domani è intanto arrivata una fumata nera. 

La replica. «Sulla Conferenza è già saltata ogni tempistica giuridica, perché è aperta fin dalla valutazione della prima versione del Tsm - replica a Il Messaggero il presidente della Provincia, Mariano Calisse – Per rimettere in fila le cose abbiamo quindi messo un po’ di fretta alla Regione, perché tra le richieste di mutazioni concesse nel 2014 e quelle richieste nel 2017 è, in realtà, cambiato un solo lotto. Sulla mutazione degli usi civici potremmo chiudere anche con un silenzio-assenso da parte della Regione, ma vorremmo avere invece una sua copertura per evitare ulteriori impugnazioni davanti al Tar, come quelle che nel frattempo sono state già fatte. La buona notizia, al momento, è che avremo un incontro con il ministero della Cultura».

© RIPRODUZIONE RISERVATA