Rieti, Pro Loco di Leonessa, Cantalice
e Terminillo: «Tsm2, ultima
speranza per i nostro territori»

Rieti, Pro Loco di Leonessa, Cantalice e Terminillo: «Tsm2, ultima speranza per i nostro territori»
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Venerdì 8 Maggio 2020, 19:33
RIETI - «A lungo si è parlato di cambiamento e sviluppo del Terminillo, e tanto è stato scritto. In questi ultimi giorni, soprattutto, molte sono state le osservazioni sulla sostenibilità e l’importanza del progetto Tsm (oggi Tsm2), ma nessuno sembrerebbe aver preso in considerazione l’impatto sul tessuto sociale ed economico di un intero e più allargato territorio», inizia così la nota delle Pro Loco di Leonessa, Cantalice e Terminillo, a firma dei presidenti Maria Casula, Enrico Marchioni e Silvano Oliverii.

«La sostenibilità del Tsm – Terminillo Stazione Montana Montana - non può essere valutato solo attraverso gli studi e gli elaborati progettuali, ma anche e soprattutto nel suo complesso, ovvero dall’economia dell’indotto, rappresantato dalle attività turistico ricettive, associazioni, consorzi e pro loco, motori dell’accoglienza e dell’organizzazione turistica».

«Nel territorio montano del terminillese, vi sono realtà ed eventi che hanno un interesse storico, culturale ed eno eno-gastronomico che, attraverso un processo di coordinamento e collaborazione, potrebbero essere inserite in rete all’interno di un programma di ricettività, dando al visitatore una percezione di un unico comprensorio territoriale».

«Poter raggiungere luoghi come Leonessa, Cantalice o Terminillo stesso,attraverso l’utilizzo di impianti a fune, è un qualcosa che probabilemnte ancora non si riesce ad immaginare, riconoscere e cogliere l’opportunità finalmente di essere competitivi, al pari o addirittura superiori al vicino comprensorio abruzzese, dal punto di vista turistico-ricettivo potrebbe essere una realtà più che realizzabile e concreta».

«Il Tsm porta con se non solo la possibilità di rinnovamento e sviluppo dei vari, vari ma un’economia e un indotto turistico-economico significativo. Gli studi di settore riguardante il turismo montano, sono chiari. L’incidenza che si potrebbe avere re dal punto di vista occupazionale, secondo i dati l’Osservatorio Italiano del Turismo Montano,
M è pari ad un rapporto di 1:53 tra gli addetti agli impianti di risalita e il comparto ricettivo, vale a dire che su una previsione di 80 addetti, ne muoverà circa 4240; allo stesso modo, il rapporto di 1:16 tra gli introiti degli stessi impianti e quelli dell’indotto (bar, ristoranti, alberghi ecc.) vale a dire che su 1 milione di euro di incasso, l’indotto ne potrebbe incassare circa 16».

«Questi dati di carattere nazionale sono significativi, ma non dimentichiamo che il Terminillo ha una posizione strategica importante, al centro della dorsale appenninca, una distanza di 100 km da Roma, confinante con L’Umbria e meta perfetta per molti vacanzieri che scelgono la montagna. I dati sono ancor più interessanti considerato che la maggior parte dei clienti italiani che trascorrono le vacanze invernali, secondo il rapporto dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano, provengono dal Lazio (circa il 21% diretto al Nord-Est dell’arco alpino e circa il 19% al centro-sud)».

«Le pro loco non hanno sicuramente specifiche competenze per poter entrare nei meriti tecnici e progettuali, ma hanno una conoscenza profonda dei propri territori che può consentire loro di esprimere valutazioni valide, concrete e autentiche. Il Terminillo ed il Tsm quindi rappresentano quella sfida che, oggi più che mai, dopo le ferite del
terremoto del 2016 che ha colpito il centro IItalia, la crisi economica che ne è conseguita e l’attuale attuale
chiusura obbligata delle attività per l’emergenza Covid-19 (per di più avvenuta nel periodo di maggiore affluenza
turistica) assumono un carattere di riscatto e di rilancio che, al di là delle polemiche di un improbabile impatto ambientale, (il Tsm2, a differenza del progetto iniziale, è stato rimodulato secondo le prescrizioni della
dell Regione Lazio con un’incidenza di impatto ambientale bassa) offrono l’ultima reale opportunità per le sorti di questi territori e per l’intera Regione Lazio».
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