Terminillo stazione montana:
Rieti fa buon viso al «gioco»
di Cantalice

Simone Petrangeli
di Alessandra Lancia
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Venerdì 22 Luglio 2016, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 13:25
RIETI - Terminillo Stazione Montana, ritrovata l'intesa su un nuovo progetto rivisto e ridimensionato tra Leonessa, Cantalice e Micigliano (i Comuni del Consorzio Smile), ora è Rieti a rompere il fronte e non solo per difendersi da Paolo Trancassini. Ieri il sindaco «nero» di Leonessa, sbandierando come un trofeo la ritrovata intesa con la «rossa» Cantalice sulla nuova versione di Tsm, aveva rifilato a Rieti l'ennesima stoccata: «Noi ci siamo spogliati dei confini, il Comune di Rieti no. Chissà cosa aspetta Petrangeli a entrare nel Consorzio, che con la Provincia in agonia è destinato ad avere un ruolo cruciale per Terminillo?».

Petrangeli, e con lui la vicesindaco Emanuela Pariboni e il consigliere comunale Simone Munalli, gli rovesciano addosso la medesima accusa: «Tirare in ballo il Comune di Rieti su un problema tutto interno al Consorzio è la dimostrazione che piuttosto che lavorare per l'interesse del territorio preferisce mistificare la realtà per fare propaganda politica. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare con la Regione e la Provincia per portare a termine un progetto di rilancio del Terminillo che i cittadini attendono da anni».
Ma gira che ti rigira, non è la staffilata di Trancassini che brucia a Petrangeli e alla Pariboni, bensì il fatto che Cantalice alla fine abbia fatto asse con Trancassini e non con loro.

IL RETROSCENA
Per capire serve un passo indietro: da mesi la sindaco Silvia Boccini è sulle spine, consapevole che se si vuol salvare Tsm bisogna sacrificare gli impianti dell'Acqua Santa, praticamente l'agognata «porta di Cantalice» al Terminillo. Ma dopo mesi di tira e molla e la ricerca pressante di una sponda nel Pd reatino e nel Comune capoluogo, alla fine l'unico che riesce a far digerire il boccone amaro a Cantalice è Trancassini, nell'assemblea di mercoledì del Consorzio. Assemblea alla quale la Pariboni (pure invitata benché non componente) nemmeno si presenta. «Pensavo si discutesse di incarichi tecnici, non di progetto», la reazione stizzita della vicesindaco.

«Ma come si potevano riaffidare gli incarichi senza dare indicazioni sul progetto?», la versione di Cantalice. Sta di fatto che ieri Rieti, facendo buon viso a cattivo gioco, ha salutato come «una buona notizia» il ritrovato accordo dentro il Consorzio nonché la scelta di Cantalice di investire i soldi che non potrà più spendere per altri impianti per rifare la Cardito Nord. Poi, però, accusa: «Peccato ci sia voluto più di un anno per raggiungere questo accordo, quando il Comune di Rieti ha sempre spinto perché si facesse in fretta quello che era realistico fare».

E ora che un accordo c'è tra i tre piccoli del comprensorio Rieti «aspetta di condividerne i dettagli, insieme a Provincia e Regione, sperando che l'accordo trovato sia quello giusto per superare lo scoglio della valutazione di incidenza, utilizzando congruamente le risorse per la revisione del progetto». Insomma, sul Terminillo dopo proclamate intese e sotterranei rovesci è il momento delle gigantesche code di paglia. Ma passerà anche questo.
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