Terminillo stazione montana, il progetto alle battute finali ma Cantalice, Leonessa e Micigliano devono scigliere alcuni nodi

Il plastico del progetto
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Venerdì 11 Agosto 2023, 00:10

RIETI - La chiusura della conferenza dei servizi regionale per dare il via alla realizzazione del progetto Terminillo stazione montana affronta ora lo stallo che vede contrapposti alla Provincia di Rieti i tre Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano. L’ultimo giro di boa del Tsm riguarda la rimodulazione effettuata dalla Provincia tra la prima versione del progetto (quella bocciata nel 2015) e la seconda, che tra il dicembre 2020 e il gennaio 2021 ha ricevuto il parere positivo da parte della Regione Lazio (con molte prescrizioni) sia relativamente alla Valutazione di incidenza ambientale che alla Valutazione di impatto ambientale.

Il percorso. La rimodulazione del progetto operata dalla Provincia dopo la prima bocciatura del 2015 aveva portato alla riduzione dell’ampiezza del Tsm (bocciato perché ritenuto troppo impattante) e, di conseguenza, alla diminuzione dei terreni ad uso civico interessati dal progetto e distribuiti lungo i territori dei tre Comuni: riduzione che, in ultima battuta, è stata ulteriormente accentuata anche dalla bocciatura - operata dalla Regione - del collegamento tra Sella di Cantalice e l’area sciabile di Campo Stella, nel Comune di Leonessa (decisione contro la quale il quale il Comune di Cantalice aveva proposto ricorso al Tar del Lazio, respinto però dai giudici amministrativi lo scorso luglio).

Così, rispetto a parte dei terreni che la prima versione del Tsm aveva previsto di dover occupare, la Provincia si sta ora adoperando per restituirli ai Beni civici, non essendo più interessati dal Tsm. Ma il processo di restituzione deve ora fare i conti con l’assenza di risposte che la Provincia lamenta da parte dei tre Comuni di Cantalice, Leonessa e Micigliano. 

Lo scontro. La restituzione dei terreni ai Beni civici è l’ultimo atto da presentare alla Conferenza regionale dei servizi, per poterne dichiarare la chiusura e dare così il via libera ai primi interventi previsti dal Tsm. «Abbiamo già svolto diverse riunioni insieme ai tre Comuni e alla società “Tsm” – spiega il vice presidente della Provincia Vito Paciucci, con delega a Lavori pubblici e Sisma – Con la rimodulazione prevista dalla seconda versione del Tsm, riconsegniamo ai Beni civici il 30 per cento dei terreni inizialmente coinvolti, prendendone in cambio, fra tutti i Comuni interessati, appena il 5 per cento. Adesso siamo in attesa che Cantalice, Leonessa e Micigliano versino la loro quota per la nomina dell’agronomo che dovrà intervenire sulla suddivisione dei terreni. A quel punto sarà necessario ancora circa un mese, poi la nuova perimetrazione potrà essere approvata dai singoli consigli comunali, le cui delibere saranno trasmesse alla Conferenza dei servizi, sancendone la chiusura».

I tempi. Insomma, ci vorrà ancora un po’, «ma fino ad ora, l’unica ad aver versato la quota per retribuire il lavoro dell’agronomo è la società “Tsm” – attacca Paciucci – I tre Comuni non hanno voluto formalmente dire di no, ma si sono trincerati dietro la richiesta avanzata dal Comune di Cantalice di poter sostenere un’ulteriore riunione con noi, dopo che però la Provincia si è invece già spesa molto per aiutarla a realizzare i suoi progetti. Noi stiamo correndo, lavorando e siamo in attesa di risposte da parte dei Comuni, i quali sembra però che vogliano boicottare il Tsm – lamenta il vice presidente – Ma questo è un progetto necessario anche per evitare lo spopolamento dei loro stessi territori. Se i sindaci vogliono smentirmi lo facciano con le azioni non con le chiacchiere». La coda è la parte più difficile da scorticare: i proverbi raramente sbagliano.

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