Rieti, anziani: la truffa ora corre su whatsapp

Polizia postale (foto d'Archivio)
di Renato Retini
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Martedì 12 Marzo 2024, 00:10

RIETI - «Mamma ho un problema grosso e mi servono subito i soldi. Non chiedermi altro, non posso parlare. Si tratta di 33 mila euro, ti giro gli estremi dei conti correnti. Ma fai in fretta». La madre riceve il messaggio whatsapp a luglio. Suo figlio è all’estero per motivi di lavoro e lei va letteralmente nel panico. Prova a chiamarlo ma lui non risponde e la donna, pensando che è impegnato per lavoro, non ci pensa neppure un istante a fare ulteriori verifiche. Va in banca e dispone quattro bonifici per totale di 33mila euro, per aiutare suo figlio in difficoltà. Un paio di giorni dopo la chiama il figlio, lei racconta con angoscia dei bonifici che ha fatto per aiutarlo. 
«Non ero io mamma, ti hanno truffato» risponde altrettanto angosciato il figlio della donna. Alla signora non resta altro da fare che andare a fare la denuncia alla sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Polizia. Le indagini scattate in estate, coordinate dalla procura di Rieti, consentono di ricostruire pian piano la maxi truffa andata a segno intorno alla metà di luglio. L’articolata attività di analisi del flusso finanziario e il tempestivo interessamento di diversi istituti bancari ha consentito al personale della polizia postale di individuare i quattro beneficiari dei bonifici. 
I destinatari delle transazioni fraudolente sono tutti cittadini italiani, residenti nel nord Italia. Alcuni di loro non hanno alcun precedente penale. La polizia postale è riuscita anche a recuperare la gran parte dei soldi che i truffatori hanno incassato grazie alla buona fede di una mamma preoccupata per quel figlio all’estero che la implorava di inviargli il denaro. 
I quattro che hanno incassato i soldi con l’inganno, sono stati denunciati per truffa aggravata e i loro conti correnti sono stati sequestrati dalla polizia. La vittima del raggiro purtroppo è in buona compagnia.

Casi in aumento. Negli ultimi tempi i casi di truffa andati a segno grazie ai messaggi di figli in difficoltà sono in costante crescita. «La prima raccomandazione è quella di non agire sull’impeto dell’emozione. Ogni volta che arrivano messaggi sospetti la prima cosa da fare è quella di richiamare il parente che sembra aver mandato il messaggio - dice Michela Sambuchi, dirigente del compartimento della polizia postale - Non bisogna rispondere mai d’istinto a messaggi o e-mail sospette, anche se provengono da numeri o indirizzi che sembrano familiari, mai fornire dati personali o bancari a persone che non si conoscono - aggiunge - prima di effettuare qualsiasi bonifico è urgente contattare il presunto beneficiario per accertarsi che sia davvero lui il richiedente del denaro». 
Tra i raggiri più frequenti il messaggio del figlio che chiede alla madre di salvare un nuovo numero perché quello vecchio non funziona più. Accettando si rischia di vedersi svuotare il conto corrente. «Un fenomeno frequente nell’ultimo periodo - conferma la dirigente della polizia postale - che ci ha spinto a fare campagne di sensibilizzazione mirate per tutelare le vittime».

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