Al Rosatelli l'evento contro la violenza di genere e l'installazione di una panchina rossa nel cortile dell'istituto. Foto

Al Rosatelli l'evento contro la violenza di genere e l'installazione di una panchina rossa nel cortile dell'istituto. Foto
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Martedì 27 Febbraio 2024, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 18:34

RIETI - Spunta una panchina rossa nel cortile dell’IIS “C. Rosatelli” come monito contro la violenza sulle donne. Un’installazione accompagnata da una mattinata di dibattito e sensibilizzazione sul tema, nell’aula magna dell’istituto in Viale Fassini, con l’evento intitolato “Ferite a morte” e rivolto a circa un centinaio di studenti, che hanno preso parte all’iniziativa ascoltando gli interventi dell’avv. Massimiliano Santaiti e del dott. Massimiliano Matteucci.

 

Toccanti le storie raccontate dall’avvocato, che nella sua carriera ha assistito diverse vittime di violenza di genere, e che oggi ne ha narrato non solo le vicende giudiziarie ma anche le inguaribili ferite, fisiche e psicologiche. Un intervento intenso, a cui ha fatto eco l’analisi del dott.

Matteucci che ha descritto i meccanismi alla base della violenza, sia nella psiche della vittima che in quella del carnefice, rispondendo alle domande poste dagli studenti.

In platea anche il prefetto Pinuccia Niglio, l’ass. Giovanna Palomba ed il sindaco Daniele Sinibaldi che ha poi parlato al pubblico, sottolineando come la violenza di genere sia un fenomeno grave che non risparmia nemmeno le piccole città come Rieti e che coinvolge anche i più giovani, ma contro il quale si può combattere attraverso la sensibilizzazione dei cittadini e la sinergia delle istituzioni. Incontro che ha riscosso un certo interesse da parte dei ragazzi e delle ragazze in platea, che hanno contribuito con domande ed interventi scaturiti anche dalla lettura del libro “Ferite a morte” di Misiti e Dandini (Rizzoli, 2014) e dal lavoro artistico svolto dal centro multiculturale “Rea Luna” proiettato nel corso della mattinata: un evento di cui i docenti organizzatori e l'intero istituto possono quindi dirsi soddisfatti. 

«I ragazzi hanno potuto conoscere meglio il fenomeno ed assumerne consapevolezza grazie ad un’informazione corretta e puntuale e alle testimonianze offerte - commenta Beatrice Tempesta, dirigente scolastico del Rosatelli – Hanno inoltre sperimentato la fiducia nelle istituzioni e nella collaborazione tra di esse: dal proprio Comune al contributo forte di un avvocato che lavora sul campo, fino a noi come scuola e alla parte sanitaria e psichiatrica che accoglie le vittime. Fin quando tutto questo può essere raccontato c’è l’occasione di apprendere e di trarre miglioramento, quando purtroppo alcune vicende terminano con un epilogo tragico ci si deve assumere la responsabilità di attenzionare costantemente». 

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