Crolli delle palazzine Ater in piazza Sagnotti ad Amatrice, al via il processo in Cassazione

Crolli delle palazzine Ater in piazza Sagnotti ad Amatrice, al via il processo in Cassazione
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 10:19

RIETI - Si apre questa mattina in Corte di Cassazione l'ultimo atto del processo per i crolli delle due palazzine gemelle ex Iacp (Ater) di piazza Augusto Sagnotti, ad Amatrice, in seguito al sisma del 24 agosto 2016 dove trovarono la morte 19 inquilini.


Il Tribunale di Rieti - con piena conferma della Corte di Appello di Roma - in primo grado aveva condannato a 9 anni di reclusione il direttore tecnico dell'impresa costruttrice Sogeap, Ottaviano Boni, a 5 anni e 8 mesi il geometra della Regione Lazio-Genio Civile, Maurizio Scacchi, a 8 anni l'amministratore unico della stessa azienda, Luigi Serafini, a 7 anni l'allora presidente dell'Iacp, Franco Aleandri, a 7 anni, l'ex assessore del Comune di Amatrice, Corrado Tilesi, ma questi ultimi tre imputati nel frattempo sono deceduti. Sempre in primo grado, e poi confermata in Appello, era stata accertata anche la responsabilità civile di Ater e Regione Lazio per quanto commesso dagli imputati.

Entrambe le sentenze avevano evidenziato che le cause del crollo delle due palazzine gemelle erano da attribuire a errori di calcolo e costruzione, accogliendo l'impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Rieti.

Dunque, come evidenziato dai giudici, non fu il sisma a raderle letteralmente al suolo, che - come si legge nelle sentenze - non fu un evento «eccezionale», né ebbe «effetti eccezionali», ma le concause umane e i precisi profili di responsabilità degli imputati, condannati per i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, crollo di edificio, disastro colposo.


«I miei assistiti - afferma la legale di 42 parti civili, Wania Della Vigna -, che nella notte del sisma hanno perso tutti i loro affetti più cari, sperano che i giudici della Cassazione possano confermare la sentenza di condanna per chi fece costruire le case popolari in dispregio delle norme sismiche e per chi cercò, in modo maldestro, di mettere “a posto le carte” per evitare la responsabilità degli enti, senza curarsi della salvaguardia della vita umana. Perché la morte degli inquilini che abitavano in quelle due palazzine - conclude il legale -poteva e doveva essere evitata».

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