Rieti, mensa di Santa Chiara: «Continueremo ad assicurare i pasti»

La Mensa di Santa Chiara
di Giacomo Cavoli
4 Minuti di Lettura
Domenica 2 Luglio 2023, 00:10

RIETI - Il giorno dopo l’annuncio dell’ultimo fine settimana di servizio all’interno del mercato Mako del quartiere Micioccoli, la presidente della Mensa di Santa Chiara, Stefania Marinetti, spiega a Il Messaggero le ragioni che hanno spinto a non rinnovare l’accordo con il Mako per la somministrazione dei pasti alle persone meno abbienti e le motivazioni del rifiuto di altre soluzioni temporanee, in attesa di quella definitiva dell’ex Seminario di via Terenzio Varrone.

La decisione. La prima notizia è stata la scelta di andare via dal Mako senza avere un’alternativa già pronta: «Il Mako era una soluzione temporanea, come lo sono state quelle degli ultimi sei anni, dal sisma in poi - spiega Marinetti. - Gli ingegneri ci avevano assicurato che la sezione di Santa Chiara che aveva continuato ad ospitarci dopo il 2016 era sicura, ma durante il Covid si è scoperto l’esatto contrario.

Dopo essere andati via da lì nel settembre dello scorso anno, c’è stata la soluzione di via Sant’Agnese, che però era una strada dove distribuivamo panini, anziché un luogo dove poter offrire accoglienza. Poi, per un mese e mezzo, la caserma Verdirosi ci ha aperto le porte, consentendoci di utilizzare una delle due cucine che sono all’interno, ma dove in ogni caso preparavamo primi, secondi e contorni in vaschette che venivano poi consegnate sempre in strada. Infine, è arrivata la soluzione del Mako, che sarebbe dovuta essere temporanea».

Le motivazioni. Marinetti spiega le motivazioni che hanno spinto ad abbandonare la soluzione Mako: «Non essendo una struttura in muratura, cucinare lì dentro, soprattutto d’estate diventa impossibile – prosegue la presidente della Mensa – La sezione nella quale le persone mangiano è aperta e spesso, in questo periodo, entrano gli animali. Le condizioni igienico-ambientali non sono idonee ad ospitare le persone ed io devo avere rispetto anche dei 160 volontari che per tutto questo tempo si sono sottoposti a un’obbedienza incondizionata nei miei confronti, invitati sempre alla pazienza in attesa di una soluzione definitiva». Il Comune di Rieti ha proposto la soluzione temporanea all’interno del refettorio del Bambin Gesù di via Garibaldi: «Oltre ad essere una scuola che verrà presto chiusa e al fatto che fino al 30 luglio ci sarà un dopo-scuola con dieci bambini, mi è sembrato che non avrei rispettato quei genitori ai quali il Bambin Gesù consente orari elastici per poter lavorare. Insieme al vescovo Domenico Pompili avevamo provato a percorrere la strada delle Maestre Pie Venerine, ma i genitori si erano opposti perché anche i bambini rappresentano una fragilità. Senza contare poi che tutti questi continui cambiamenti snervano i volontari e disorientano le persone che hanno questo tipo di fragilità, che noi invece cerchiamo di alleviare». 
Oggi sarà l’ultimo giorno della Mensa al Mako, domani cosa accadrà? «Dato che abbiamo capito che possiamo aiutarli in un altro modo, a questo punto attenderemo un luogo definitivo dove poterci stabilire, piuttosto che sottoporli a tutti questi cambiamenti – spiega Marinetti – A partire da domani faremo la spesa alle famiglie, soprattutto dei cibi freschi, come abbiamo sempre fatto. Alle persone senza fissa dimora, che in questo momento non sono tantissime, provvederemo invece a fargli avere dei pasti».

Il futuro. In attesa dell’ex Seminario, esiste un’alternativa? «Stiamo continuando a cercare, perché dal punto di vista della solidarietà Rieti è favolosa – conclude Marinetti - Tante persone che hanno capito la nostra situazione si stanno muovendo, privati che addirittura sono stati aiutati durante il periodo Covid. Non sto cercando il colpevole e non sto dando la colpa a nessuno: comprendo i tempi tecnici dei lavori, i ritardi e l’economia, ma l’importante è la chiarezza. Noi però non ci sentiamo soli, perché la grande risposta da parte della città mi incoraggia a proseguire. Le persone in difficoltà non le abbiamo mai abbandonate e non lo faremo certo adesso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA