Poggio Bustone, il museo per Lucio Battisti si arricchisce di nuovi ricordi

Uno dei foulards di Lucio Battisti, ora nel museo
di Sabrina Vecchi
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Giovedì 7 Marzo 2024, 00:10

RIETI - Lucio Battisti, martedì 5 marzo, avrebbe compiuto 81 anni. Una giornata che la sua Poggio Bustone ha celebrato con il ricordo e con la musica. E non poteva essere altrimenti. Nei “Giardini di marzo”, in collaborazione con l’amministrazione comunale, è stato organizzato un flashmob, in collegamento con tutte le città che hanno voluto ricordare il cantautore. I chitarristi sono stati invitati a eseguire tre celebri brani nella stessa tonalità, quella originale.

Gli oggetti. In occasione del compleanno del musicista, è stato straordinariamente aperto per tutto il giorno il museo di memorabilia arrivate dalla casa dei suoi genitori, Alfiero e Dea. Aperto lo scorso gennaio, con due piccole stanze, a pochissimi passi dalla casa natale di Lucio, nel centro storico, il museo si sta pian piano arricchendo di oggetti, documenti e fotografie donati dai nipoti Andrea e Viviana - figli della sorella Albarita - perché siano a beneficio di turisti e appassionati.
Ora, ad arricchire l’esposizione è arrivato anche uno dei foulards che Battisti portava avvolto al collo. «Abbiamo aperto il 20 gennaio - dice il direttore, Pino Bonomo - e, a oggi, i pezzi esposti sono oltre trecento, con fotografie inedite che lo ritraggono in pose familiari o in momenti spontanei e privati, o insieme ai grandi artisti della sua epoca. Sinceramente non ci aspettavamo tanto interesse: siamo partiti con un piccolo spazio e, a oggi, sono venute circa duemila persone da tutta Italia, incluse scolaresche».
Una curiosità trasversale, che negli ultimi giorni ha avuto anche sopralluoghi che, probabilmente, porteranno a qualche evento pubblico, per ora in fase di organizzazione.

La memoria. E arriva anche il ricordo di Lucio Battisti firmato da Giulio Rapetti, Mogol: «Un artista indimenticabile - afferma - e una persona che ricordo sempre con un grande affetto. I più grandi se ne sono andati tutti da ragazzi: penso a lui, al grande Pino Mango. Ma non ci hanno lasciati certamente soli, abbiamo la loro musica che ci accompagna».

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