Rieti, la volontaria sabina volata nello Zambia per aiutare i bambini

Ludovica Rinalduzzi nello Zambia
di Samuele Annibaldi
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 00:10

RIETI - Da Cantalupo a Lusaka nello Zambia, dove resterà un anno come volontaria, lavorando alla scolarizzazione dei bambini, all’inclusione sociale dei più deboli e all’assistenza dei ragazzi con disabilità. Ludovica Rinalduzzi, 23 anni, è partita lo scorso agosto e sta vivendo questa esperienza da volontaria grazie al Servizio civile universale.
«Sono in Zambia dal 7 agosto scorso - dice Ludovica - per svolgere il mio anno di volontariato al centro Shalom con L’Africa Chiama Ong presso la sede di Kanyama, uno tra i più grandi compound della capitale Lusaka. Il progetto si chiama “Caschi bianchi per l’inclusione nella vita sociale dei bambini e dei giovani in situazione di vulnerabilità” e nello specifico si pone come obiettivo quello di promuovere l’inclusione scolastica e sociale di bambini e giovani con disabilità. Per quanto riguarda il ruolo e le attività di impiego, essendo volontaria, possono essere diverse e variegate, tuttavia sono tutte di supporto e affiancamento al personale locale, tra cui attività di inserimento di bambini con disabilità presso la Shalom School, organizzazione di attività extrascolastiche, realizzazione di attività di sensibilizzazione sulla disabilità, attivazione di servizi di riabilitazione motoria e cognitiva con supporto alle nostre fisioterapiste nelle visite domiciliari, per i bambini con gravi disabilità che non gli permettono di raggiungere il centro Shalom». 
Lo Shalom Center si trova ad est di Lusaka nel quartiere di Kanyama, realtà nata attorno al 1948 quando la popolazione dalle campagne decise di lasciare i propri villaggi per cercare fortuna nella capitale. E’ lì che opera e si sposta Ludovica insieme ad altri volontari affrontando difficoltà e problematiche sanitarie. Uno dei grandi problemi - racconta Ludovica Rinalduzzi - sono gli effetti del cambiamento climatico che nello Zambia si avverte molto. 
«Gli effetti del cambiamento climatico nei Paesi del sud sono visibili – dice Ludovica - il ritardo della stagione delle piogge ha portato un aumento di casi di colera, facendo registrando un numero maggiore rispetto agli anni precedenti. Lusaka è la zona più colpita. Le acque sono infette e molta gente, soprattutto la popolazione che vive nelle diverse baraccopoli o alloggi di fortuna non ha acqua corrente nelle abitazioni. Le popolazioni in via di sviluppo sono responsabili del cambiamento climatico anche se sono una minoranza, se si pensa che in questa parte del mondo vive il 90 per cento della popolazione mondiale che subisce le scelte di vita di pochi».

La distinzione di classe. Un altro problema è poi quello della distinzione di classe. «La voce di tanti poveri - spiega Ludovica - viene coperta dalla voce di un solo ricco. La vita di una persona della baraccopoli vale meno di una persona che vive in città». Ludovica svolge il servizio di volontariato con una energia ed uno spirito non comune e sebbene non è ancora a metà percorso già pensa a quando arriverà il momento dei saluti. «Sarà durissima per ciò che sto vivendo e per quanto mi sta dando questa incredibile esperienza - dice - si fa fatica a ritornare a casa non solo per quello che ti può trasmettere questa terra, i colori, lo spirito, le persone, ma perché vedi realmente quello che succede nell’altra parte del mondo, quella in cui stai vivendo. Quando torni nessun gesto, nessuna azione può essere realmente sufficiente ad aiutare questa parte di terra». 
Cosa dice Ludovica ai giovani della sua età e quale consiglio darebbe? «Dico che il servizio di volontariato civile è un’opportunità – spiega Ludovica Rinalduzzi - offerta a giovani tra i 18 e 28 anni che decidono di dedicare una anno della propria vita alla promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo e educazione alla cittadinanza globale».

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