Cantalice, sindaco e veterinario: Patacchiola va in pensione

Paolo Patacchiola
di Giacomo Cavoli
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Venerdì 10 Giugno 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 10:40

RIETI - Riprendendo la felice definizione che ne diede Il Messaggero qualche anno fa («Il sindaco con il Vangelo sul comodino e i libri di Marx in libreria») oggi Paolo Patacchiola possiede ancora i volumi «in senso metaforico» nella stessa collocazione di un tempo «e con i dovuti aggiustamenti». 
Ma dopo un mandato da vicesindaco (1999-2004) e due consecutivi da primo cittadino di Cantalice (dal 2004 al 2014) tutti in seno al centrosinistra, in questi giorni l’ex sindaco è stato festeggiato anche dai suoi allevatori che, per 22 anni, lo hanno avuto a fianco come veterinario della Asl di Rieti, incaricato di monitorare lo stato di salute degli animali delle tante imprese sparse sul territorio, soprattutto nel Comune di Leonessa. Conclusa l’esperienza politica e abbracciata la pensione, Patacchiola si guarda indietro senza rimpianti. 
«Vivo serenamente questo periodo – confessa – Ho la mia nipotina, la cura dell’orto, faccio delle gite che avevo quasi dimenticato e da buon veterinario possiedo i miei cavalli». E certo, i suoi dieci anni da sindaco non sono stati privi di sorprese: come quella del progetto Tsm («Fui il sindaco che firmò il protocollo d’intesa con il presidente regionale Renata Polverini») e che un anno e mezzo fa si è visto bocciare dalla Regione il collegamento tra Leonessa e Cantalice, una mazzata che ha spinto l’attuale sindaco Silvia Boccini a presentare ricorso al Tar: «Il ricorso era il minimo che potesse fare – commenta Patacchiola - Come Comune abbiamo investito nel progetto e ci credevamo. Ma temo che ormai sia una battaglia persa, non so’ se per tutto il progetto o soltanto per la nostra parte». E senza dimenticare il progetto “Oltremare”, con il quale nel 2007, sotto la guida del Viminale e con il sostegno dell’Unhcr, Patacchiola aprì le porte del suo Comune a 29 donne eritree, grazie alla proposta che giunse dall’ex Prefetto di Rieti Mario Morcone attraverso l’allora presidente della Provincia, Fabio Melilli. 
Primo esempio, concreto, di reinsediamento di richiedenti asilo «e un’esperienza bellissima», si emoziona ancora oggi, Paolo Patacchiola.

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