Rieti, la controsfida ironica del gruppo
social Ma Fregate: «Vota
il giocatore di basket più scarso
della storia di Rieti»

Rieti, la controsfida ironica del gruppo social Ma Fregate: «Vota il giocatore di basket più scarso della storia di Rieti»
di Emanuele Laurenzi
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Giovedì 2 Aprile 2020, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 19:44

RIETI - Alla fine tutto nasce da una questione che è vecchia come lo sport, riconvertita però in chiave reatina. Perché tutto parte da quella che di fatto la domanda delle domande: Maradona è meglio di Pelè? Risposta non ci sarà mai, ma dibattito ci sarà sempre. Perché Pelè ha segnato mille gol, ma Maradona giocava nel calcio moderno; perché Pelè ha vinto i mondiali, ma Maradona anche; perché Pelè incantava gli avversari, ma Maradona ai mondiali del Messico ha steso da solo l’Inghilterra. E si potrebbe andare avanti all’infinito.

Poi un giorno provi a fare la stessa domanda in chiave reatina, dove a Maradona e Pelè sostituisci i nomi dei giocatori di basket di quasi cinquant’anni di partite viste in amarantoceleste ed ecco che si scatena il caos: lo Zio Willie è lo Zio Willie, Brunamonti è Brunamonti, ma poi scattano paragoni francamente impossibili e improponibili come quello tra Zanelli e Cristiano Fazzi e viene letteralmente giù il mondo tra proteste commenti di ogni tipo.

Sì, insomma, la Npc Rieti lancia un sondaggio in pieno coronavirus e si scopre che pure in regime di quarantena e di depressione cosmica, i reatini si infiammano anche solo all’idea dell’eco che fa una palla a spicchi quando rimbalza sul parquet. E’ sempre la stessa storia: ma Maradona è o non è meglio di Pelè? La domanda non ha risposta, la polemica reatina onestamente non merita spazio in questo momento.

La controsfida di ma fregate
Poi c’è il genio, quello di chi tira fuori il meglio dal peggio, ti spiazza con l’ironia e ti dà una lezione di quelle che ti rallegrano la giornata e ti fanno capire che, alla fine, una risata (magari) ci salverà la vita. E tutto si chiude in un nome che è anche un’affermazione: Ma Fregate. Intercalare reatino, è vero, ma anche nome di un gruppo che spopola sui social con pagina facebook e profilo instagram diventati un cult per i reatini doc. Sono quelli che scherzano sulle notizie pubblicate in città, sono quelli dei meme fantastici con i personaggi dello sport e della politica locale, sono quelli che hanno dato dignità e notorietà ai “paparuni”, alias germani reali che stanno sotto il ponte romano e che sono diventati delle vere e proprie web star. La polemica l’hanno chiusa loro lanciando un controchallenge, una controsfida, la controdomanda delle controdomande che metterà d’accordo tutti: chissenefrega di chi è il più forte della storia del basket reatino. Troppo facile.

La vera sfida è trovare chi è il più scarso della storia del basket reatino. Una sfida che comincerà giovedì 2 aprile alle 18 sui social, dove si potrà votare attraverso le “stories” che verranno pubblicate da “Ma Fregate”. L’annuncio del challenge è stato di quelli che farebbero impallidire i più grandi esperti di marketing e comunicazione: «Foto di bassissima qualità, facce che ti ricompaiono di tanto in tanto ancora negli incubi mentre sogni le amare sconfitte e la retrocessione. Cestisti, o presunti tali, che non sceglieresti neanche per la partita del giovedì dove gioca tuo zio, 50 anni, ernia al disco e stacco da terra delle prime 3 pagine di Format, copertina esclusa. In arrivo la controsfida tra i nomi meno altisonanti della storia cestistica reatina più o meno recente. Stay tuned!! #piuscarso #npcrieti #mafregate».

Dall'uomo in Smart ai flop americani
E la mente corre subito agli anni andati, alle domeniche passate sui gradoni del PalaLoniano (quando si chiamava così), alle imprecazioni, alle lacrime, alle finali perse, ai brocchi e a quei giocatori che hanno letteralmente fatto a spigoli i ferri del palazzetto. Si fanno largo le facce di meteore passate sotto gli occhi degli ultras, magari anche osannati come campioni e poi svaniti nel nulla.

Dal tabellone della sfida spuntano nomi pazzeschi, a partire dall’uomo in Smart, quel Wyatre arrivato alla corte di Maurizio Lasi ai tempi della Nuova Sebastiani di Gaetano Papalia. Play bianco americano, uno che non ne azzeccava una giocata manco a pagarlo oro e che fu protagonista di un coro della Terminillo. Durante una sfida con Montegranaro s’alzo prepotente il grido «Lealu, lealu», inequivocabile invito a richiamare in panchina dopo l’ennesima palla passata agli spettatori in tributa. Oppure l’italoargentino Fernando Cavagna, sempre alla corte di Lasi nell’anno della finale persa con Montegranaro, per non dimenticare la coppia di stranieri made in Npc Williams-Davenport, rispediti al mittente dopo una manciata di gare in amarantoceleste.

E via indietro nel tempo, con Wilmont, americano provato da Lardo e cancellato dal basket reatino dopo pochi giorni (per fortuna), messo a confronto con Washington, il primo Washington che si ritrovò in squadra Maurizio Lasi nel primo anno di Legadue nel 2003/04 e che fu rispedito al mittente. Poi Spippoli, Hassan, Verginella e Carlotta: una galleria degli orrori di giocatori pur bravi e dotati ma che, a queste latitudini, proprio non hanno brillato e l’unico segno che hanno lasciato è quello dei pugni di rabbia che i tifosi vedendoli giocare hanno scagliato contro qualunque cosa trovassero a portata.

Sarà dura trovare il peggiore, sarà dura eleggere il re dei re e, sicuramente, spunteranno anche nomi dimenticati.

Polemica anche in questo caso? Magari sì. Magari no. Magari ci penseranno quelli di “Ma Fregate” a chiuderla con una battuta. Il coronavirus ha levato a tutti la possibilità di vivere sereni, ai reatini ha tolto lo sport più amato e, in un momento così, all’inutile polemica serviva la risposta più bella: quella dell’ironia.

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