“Antica Pasta”, niente riavvio a Greccio della produzione: licenziamenti in arrivo per quaranta

Antica Pasta a Spinacceto di Greccio
di Emanuele Laurenzi
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Giovedì 3 Agosto 2023, 00:10

RIETI - Ultima fermata. È quella alla quale sono arrivati i lavoratori di Antica Pasta, l’azienda di Spinacceto di Greccio, il cui futuro verrà discusso questa mattina in un vertice tra sindacati e azienda alla Cna di Rieti. Niente nuove, brutte nuove, verrebbe da dire, ribaltando il tradizionale motto, perché la mancanza di informazioni nell’ultimo periodo non è andata di pari passo con un esito positivo della vertenza, iniziata ad aprile, a cavallo di Pasqua. Sono poco meno di 40 i lavoratori del pastificio di Spinacceto di Greccio che rimarranno senza posto e, a questi, si aggiungono tutti quelli dell’indotto: un vero e proprio dramma occupazionale per la provincia.
Numerosi i dubbi sulla vicenda, con lo spettro di vedere il pastificio passare da una produzione artigianale alla commercializzazione di prodotti realizzati altrove.

I passaggi. Lo stop per Antica Pasta era scattato ad aprile, quando l’azienda aveva bloccato la produzione per mancanza di liquidità. A generare il problema era stata una complessa questione burocratica: dopo un controllo di routine, a seguito della richiesta di alcuni fondi, erano state rilevate delle irregolarità non gravi che, però, avevano portato ad una denuncia penale. L’azienda aveva sanato la sua posizione pagando una multa, ma l’iter avviato dalla denuncia iniziale aveva innescato un processo che era culminato col congelamento dei conti. I titolari avevano messo tutti i dipendenti al corrente del problema e le attività nello stabilimento di Spinacceto si erano fermate.
Dopo qualche settimana di preoccupazione, i rappresentanti territoriali della Flai Cgil e della Uila Uil, Sergio Luzzi e Antonio Perotti, erano riusciti ad attivare gli ammortizzatori sociali, anche grazie agli accordi con la Cna di Rieti.

Il crollo. Tutto sembrava risolto, anche se qualche settimana fa alcuni dipendenti avevano segnalato ritardi importanti nell’attivazione degli ammortizzatori sociali: pur essendo riconosciuta a tutti, infatti, la cassa integrazione ancora non era stata erogata alla totalità dei lavoratori.

Lunedì mattina la doccia fredda: l’azienda ha comunicato in forma scritta ai sindacati che non avrebbe più la possibilità di riavviare la produzione e, quindi, procederà al licenziamento di tutti i dipendenti. Questa scelta farebbe saltare l’erogazione degli ammortizzatori sociali, considerando che la cassa integrazione sarebbe dovuta durare almeno 26 settimane, al termine delle quali, eventualmente, si sarebbe chiesto un rinnovo o si sarebbe passati alla Naspi (disoccupazione). Quadro che viene stravolto, con l’attivazione immediata della Naspi e le porte del dramma che si aprono per i dipendenti e le loro famiglie. L’ultima fermata è quella di stamattina alle 10.30: i sindacati hanno chiesto un incontro con i titolari, con il faccia a faccia fissato nella sede della Cna.

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