Rieti, dopo la nuova rissa alla mensa
di Santa Chiara è allarme

Mensa di Santa Chiara
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 16:46
RIETI - Due agenti all'ospedale per i postumi di un'aggressione e un giovane ghanese di 25 anni finito in carcere a Vazia, per essere poi processato per direttissima per minaccia grave e lesioni a pubblico ufficiale. Cena movimentata, quella di mercoledì, alla mensa di via Santa Chiara. Il giovane ghanese, M.A le iniziali, si è presentato a tavola già un po' brillo, ma gli è stato comunque servito il pasto. Sul secondo piatto ha avuto da ridire col volontario che lo stava servendo: un pretesto che ha scatenato una reazione violenta, al punto che immediatamente è stata chiamata la polizia. Non era infatti la prima volta che il giovane dava in escandescenze. Era successo anche una decina di giorni fa, ma in quella circostanza l'arrivo della polizia aveva sedato gli animi. Stavolta, invece, è con gli agenti che il ghanese se l'è presa: quando era già fuori dai locali della mensa ha sferrato una testata ad un agente e calci e pugni ad un altro. L'uomo è stato arrestato e portato al carcere di Vazia: non è uno dei dieci immigrati da poco sfrattati da via Salaria, ma è ugualmente noto alle forze dell'ordine. Risulta in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ma non dello status di rifugiato politico; ha anche diversi precedenti penali.
L'episodio di mercoledì sera non è il primo a turbare il tran tran della mensa, al punto da mettere in allarme volontari e vicinato. Mercoledì a cena c'erano una cinquantina di persone: secondo la ricostruzione della Questura, il ghanese è arrivato già ubriaco e ha cercato di offrire da bere anche ad altri ospiti. Poi l'alterco con il volontario che serviva a tavola, un giovane postulante del convento di Fonte Colombo. «L'accoglienza alle persone fragili non è mai né semplice né indolore - dice la responsabile Stefania Balloni. - Noi abbiamo regole rigide per l'accesso alla mensa, a cominciare dal divieto di ingresso a persone ubriache o sotto l'effetto di droghe. Lo dobbiamo in primo luogo ai bambini che frequentano la mensa: il pasto deve essere un momento di serenità».
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