Emiliana Avetti (Pd) e le scelte del sindaco per comporre la nuova giunta: Sinibaldi ha dimostrato poco coraggio

Emiliana Avetti (Pd) e le scelte del sindaco per comporre la nuova giunta: Sinibaldi ha dimostrato poco coraggio
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 2 Luglio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 09:06

RIETI - Assicura che in casa Pd l’analisi del voto «è già iniziata e sarà molto schietta». Il lavoro di ricongiungimento con la popolazione che il 12 giugno ha bocciato la proposta programmatica del centrosinistra sarà lungo e tortuoso, ma per Emiliana Avetti riconfermata consigliera comunale tra le file dei democratici è già tempo di iniziare a fare opposizione. 
 

Come commenta la nuova giunta? 
«Penso sia molto frastagliata.

Si pensava venisse seguita la linea dei più votati per assegnare le deleghe, ma così non è stato, come testimoniano la nomina di Letizia Rosati e l’esclusione di Antonio Emili e Roberto Donati. Sinibaldi, 35 anni, il più giovane dei sindaci che Rieti ha avuto, ha mostrato poco coraggio ed è rimasto vittima dei giochi politici senza dare prova di quel rinnovamento tanto declamato in campagna elettorale». 

E a quali conseguenze porterà? 
«Di sicuro la geografia politica e gli equilibri saranno completamente diversi da quelli di 5 anni fa, come l’atteggiamento di alcuni componenti di maggioranza. Mi hanno sorpreso, ad esempio, le esternazioni di Antonio Emili, di solito allineato e rispettoso, invece si è pesantemente esposto, quindi penso che possa far valere le sue ragioni e lo stesso credo farà Roberto Donati, dopo che in campagna elettorale si è sbandierata Rieti città dello Sport, fiore all’occhiello dell’amministrazione e rappresentativa del lavoro fatto dal consigliere». 

Come legge la nomina di Letizia Rosati alla Cultura resa famosa dalle gravi affermazioni su mondo Lgbt e pedofilia? 
«È il biglietto da visita di una giunta divisiva e non rappresentativa ed emblema di una grettezza di tipo culturale. La delega alla Cultura è importantissima e determina il pensiero e l’azione della giunta. Affidandola a Letizia Rosati che non più tardi del 25 giugno, su facebook, ha accolto con favore la sentenza della Corte Suprema Usa che vieta l’interruzione di gravidanza, si dà uno schiaffo alla libertà, ai diritti e a tutte le persone che, come i nostri nonni, hanno lottato per vederli riconosciuti. A tal proposito, cercheremo anche di capire che cosa vuol dire la delega all’identità culturale dell’assessore Giovanni Rositani». 

La nomina di Rosati, secondo lei, può, come molti ritengono, essere figlia delle quote rosa? 
«Sì, ma utilizzate così, non funzionano. Se avevano l’esigenza di mettere una donna potevano prendere decisioni diverse. Non credo che nelle altre liste non ce ne fossero altre con capacità e spessore tali da riuscire a portare avanti una delega così importante. Se così fosse, dovrebbero farsi una domanda e darsi una risposta». 

Manca ancora qualche giorno al consiglio, ma Emili ha già dichiarato che voterà secondo coscienza. Secondo lei potrebbe aprirsi uno spiraglio di collaborazione con le minoranze?

«Noi, per ora, pensiamo a costituire il gruppo “Pd–Progressisti” e a lavorare in sinergia con il centrosinistra. È prematuro dire qualsiasi altra cosa, ma premetto che è fondamentale capire quale idea di città si vuole perseguire. La nostra è profondamente differente da quella dell’amministrazione, passata e attuale. Starà a lui e agli altri poi scegliere se vorranno stare o meno dentro agli equilibri di maggioranza. Vivaddio, è un loro problema!». 

Anche perché di problemi di risolvere nel Pd – che non ha eletto il segretario del partito cittadino - e nel centrosinistra cene sono già abbastanza. 
«Abbiamo già iniziato ad analizzarli e credo che, comprendendo gli errori, si possa ripartire. Di certo, come Pd, abbiamo pagato lo scotto dell’istituzionalizzazione del partito, di aver voluto essere responsabili anche rispetto al governo nazionale». 

E pure le primarie non sono state un toccasana. Le primarie sono strumento importante che il Pd ha inventato e in cui crede. In questa fase poteva essere utilizzato? 
«Forse sì, forse no, nel senso che bisognava lavorarci molto prima, costruendo tutti i presupposti, ma a causa del periodo difficile che impediva anche incontri in presenza, si è arrivati tardi». 

Ora cosa vi attende? 
«Torneremo ad ascoltare i cittadini, cosa che probabilmente avevamo lasciato da parte. Faremo un’opposizione ferma e decisa e laddove possibile anche costruttiva. La faremo sempre dopo aver ascoltato le problematiche e le richieste dei cittadini, per riuscire a mettere nero su bianco quello che loro ci raccontano». 

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