I bagnini eroi della piscina di Campoloniano raccontano come hanno salvato il reatino di 38 anni che stava per affogare

I tre bagnini eroi
di Emanuele Faraone
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Giovedì 27 Luglio 2023, 00:15

RIETI - Paura, tensione, sangue freddo e l’immensa soddisfazione per aver salvato una vita umana. Tanti i sentimenti in gioco nel tempestivo salvataggio a tre nelle acque della piscina provinciale di Campoloniano dove un 38enne reatino – durante una sessione di nuoto libero – è stato colpito da un improvviso malore finendo a faccia in giù nell’acqua privo di sensi. A salvargli la vita Riccardo Nicotra, Francesca Palmegiani e Gabriello Di Marco dell’Asd Club Nuoto Rieti nell’ambito di un’operazione di soccorso immediata e messa a segno con grande esperienza e professionalità. Non sono certo mancati momenti di altissima tensione come racconta Francesca, la prima a tuffarsi in vasca per il salvataggio di emergenza e poi subito supportata dal collega Riccardo Nicotra. 

Il racconto. «Sono stati momenti critici - racconta - ma tutto, davanti a quella situazione di emergenza, è venuto automatico e naturale così da permettere che ogni cosa andasse per il verso giusto. Solo dopo sono riuscita a realizzare e ad assestarmi». L’esperienza e la professionalità hanno giocato un ruolo determinante: «Un’esperienza del genere non mi era mai capitata però posso dire, grazie alle competenze acquisite con i corsi di aggiornamento professionale e di primo soccorso, che mi sono trovata pronta e ho saputo reagire all’emergenza. Certo – prosegue Francesca - l’agitazione non è mancata anche perché solo un minuto prima stavamo parlando e scherzando con lui».

Un episodio che ha lasciato il segno ma anche tanta soddisfazione: «Senza dubbio è stata una vicenda che mi ha scosso perché ho temuto per la vita del ragazzo ma l’applicazione di tutti i protocolli ci ha permesso di salvare una vita. La cosa più importante è che tutto sia andato bene». Determinante anche l’azione (con tanto di tuffo in acqua completamente vestito) di Riccardo Nicotra, 43enne reatino, che ha aiutato Francesca a trascinare il corpo dell’uomo a bordo piscina per le manovre salvavita e il massaggio cardiaco: «Abbiamo fatto tutto cercando di non commettere errori perché quei momenti sono decisivi – spiega Riccardo ancora emozionato - l’immediatezza del soccorso è stata fondamentale perché aveva ingerito acqua e appariva congestionato, aveva il battito ma non respirava». 

Il timore. Momenti adrenalinici in cui si è seriamente temuto per la vita del 38enne: «La mia paura era che, avendo ingerito acqua, questa fosse andata nei polmoni in quantità che la ventilazione non avrebbe poi prodotto effetti. Fortunatamente non è stato così, perché siamo intervenuti subito e questo ha fatto la differenza». Un ruolo primario è stato ovviamente giocato dall’esperienza maturata da Riccardo nel corso degli anni: «L’importante era tirarlo fuori di lì - prosegue Riccardo - avrei avuto un doppio rimorso perché è anche una persona di mia conoscenza. Solo quando l’ho visto tornare vigile abbiamo tirato un sospiro di sollievo». 
Un perfetto gioco di squadra tra colleghi coordinato dall’esperienza e dalla professionalità mentre a bordo basca c’era Gabriello Di Marco (vice presidente Asd Nuoto Rieti) che, oltre a prestare aiuto e supporto ai colleghi, ha allertato immediatamente il 118, predisponendo il defibrillatore: «Abbiamo pensato subito al peggio - spiega Gabriello - perché il ragazzo non rinveniva.

Nonostante quegli attimi di concitazione posso dire che abbiamo avuto controllo e sangue freddo cercando poi di prestare assistenza in maniera costante fino all’arrivo dell’automedica e dell’ambulanza».

Vietato sbagliare. Istanti critici in cui è vietato sbagliare: «Siamo riusciti a essere freddi - prosegue Gabriello – perché, non sapere cosa fosse accaduto al ragazzo, è stato un fattore di ulteriore criticità. Infatti aveva fatto appena una vasca e mezzo quando ha perso conoscenza. In certi momenti serve calma e non commettere errori. Certo, anche l’esperienza conta ed è fondamentale. Negli anni ne ho maturata e ho saputo gestirmi. Un plauso – chiude il vicepresidente - va anche a tutti gli istruttori presenti che, oltre a supportarci, hanno rapidamente accompagnato fuori i bambini per evitare che venissero emotivamente troppo coinvolti».

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