Incarico a Cottarelli: «Senza fiducia voto dopo agosto altrimenti nel 2019 dopo legge di Bilancio»

Cottarelli riceve l'incarico da Mattarella: «Senza fiducia elezioni dopo agosto altrimenti voto nel 2019 dopo legge di Bilancio»
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Lunedì 28 Maggio 2018, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 07:16

Carlo Cottarelli ha ricevuto l'incarico di formare il governo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ieri è saltato l'esecutivo M5S-Lega dopo il veto del capo dello Stato sull'incarico di ministro dell'Economia a Paolo Savona. Il capo politico del M5S Luigi Di Maio: al voto prima possibile, anche in agosto. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha avvertito Silvio Berlusconi: se lo vota addio alleanza. Ma Forza Italia annuncia: non daremo la fiducia. Sì invece del Pd. Lo spread vola poi frena, Borsa in calo.

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Un governo snello, con pochi ministri che sarà presentato al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani. Il che potrebbe permettere giuramento e richiesta di fiducia alle Camere entro la settimana. Questo è il probabile timing del governo Cottarelli che potrebbe finalmente chiudere questa crisi da record. Naturalmente con la prospettiva principale del ritorno alle urne dopo l'estate. Perché al momento governo Cottarelli appare segnato e molto difficilmente avrà la fiducia visto che l'unico gruppo parlamentare disponibile a votarlo è quello del Pd che può contare su 111 deputati e 52 senatori. Cottarelli oggi ha già incontrato i presidenti di Camera e Sento Roberto Fico e maria Elisabetta Casellati. Ce la farà?, è stato chiesto a Cottarelli quando è arrivato a palazzo Madama. «Vediamo», ha tagliato corto sorridendo.

 



Cottarelli. «Ho accettato l'incarico di formare un governo come mi ha chiesto il presidente della Repubblica. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta», ha detto l'ex commissario alla spending review al termine del colloquio con Mattarella dopo avere accettato con riserva l'incarico di formare il governo. «Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni», ha aggiunto. «Mi presenterò con programma che in caso di fiducia includa l'approvazione della legge bilancio e poi preveda lo scioglimento del Parlamento e elezioni nel 2019». «In assenza di fiducia - ha proseguito il premier incaricato - il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell'ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto».

«Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari, lo spread è aumentato, tuttavia l'economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti publici», ha proseguito Cottarelli. «Il governo manterrebbe una neutralità completa rispetto al dibattito elettorale. Mi impegno a non candidarmi e chiederò lo stesso impegno a tutti i membri del futuro governo», ha proseguito. 

Il premier incaricato ha assicurato «tempi molto stretti» per la presentazione della «lista dei ministri» al presidente della Repubblica. «Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale» dell'Italia, ha continuato Cottarelli che ha anche confermato la «continua partecipazione all'area dell'euro». 

Cottarelli è entrato al Quirinale a piedi portandosi dietro un trolley. Nel tragitto dalla stazione fino al taxi, ai cronisti che gli facevano innumerevoli domande, Cottarelli si è limitato a ripetere: «Sto andando al Quirinale, non posso fare dichiarazioni prima. Adesso non rispondo. Questo non è il momento di parlare». 

 


Forza Italia voterà no a Cottarelli. «Il parlamento attuale dice in maniera chiarissima che il governo di Cottarelli non avrà mai i numeri per avere la maggioranza in Parlamento. Forza Italia e tutto il centrodestra non darà i voti a un governo tecnico e nemmeno i Cinque Stelle, quindi è un governo che nasce già minoritario». Lo afferma Giorgio Mulè. portavoce dei gruppi di Fi alla Camera e al Senato ai microfoni di radio '6 su radio 1'.

Sì del Pd. «Questa è una situazione delicata. Faccio fatica a immaginare una legislatura che vada avanti. Ora bisogna dare una mano al presidente Mattarella. Noi del Pd dobbiamo essere pronti ad ogni scenario e lavorare uniti ed aperti. Abbiamo tutte le condizioni per fare bene». Lo dice Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, su Rai Radio 1. E a una domanda sulla fiducia a Carlo Cottarelli, risponde: «Voteremo sì».

 


M5S insiste: impeachment. La richiesta di impeachment per il presidente Mattarella «la presenteremo appena possibile», in base ai tempi tecnici. Ci stiamo riunendo per decidere», ha detto oggi il grillino Manlio Di Stefano secondo cui «da parte di Mattarella c'è stata una ingerenza politica bella e buona». 

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Mattarella viene descritto come molto sereno ma molto determinato, riferiscono dal Colle il giorno dopo la contundente richiesta di impeachment (no comment ribadito anche oggi) lanciata dai 5 stelle e da Luigi Di Maio domenica sera al telefono in diretta tv su Rai1.

Tornando al Governo si inizia a ragionare sulle mosse di «mister spending review». Di fatto incarna quel governo di garanzia già spiegato dallo stesso Mattarella nel periodo più buio della crisi. Un esecutivo che dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale - e dello stesso Cottarelli - di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio light che permetta di evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019. Naturalmente per realizzare questo mini-programma servirà la fiducia del Parlamento e, ad oggi, sembra molto difficile. Se Cottarelli non passasse l'esame delle Camere si aprirebbe anche un problema tecnico-politico: come arrivare almeno a fine settembre ed evitare il voto ad agosto? Sì, perchè se Mattarella sciogliesse subito le Camere, poniamo la prossima settimana, bisogna calcolare un massimo di 70 giorni per il ritorno alle urne. Arriveremmo esattamente a Ferragosto. Servirà quindi un escamotage politico, ad esempio una mozione congiunta di tutte le forze politiche, che permetta a Cottarelli di galleggiare qualche settimana pur sfiduciato.

La mediazione fallita. Emerge intanto un altro retroscena sulla giornata di ieri. È stato anche portato avanti un estremo tentativo di mediazione per dipanare il «nodo Savona»: il presidente ha chiesto a Giuseppe Conte di iniziare con l'interim dell'Economia. Ma Conte ha gentilmente declinato spiegando di essere un giurista e di non sentirsela.

Salvini. «Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza: la nota di ieri era la stessa di Renzi, del Pd», ha affermato il segretario della Lega Matteo Salvini, segretario della Lega, a Radio Capital. «Noi con i Cinque stelle alle elezioni? Vedremo, valuteremo sui progetti. Ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Savona? Non uso il suo nome a vanvera ma abbiamo trovato una persona che se volesse potrebbe essere con noi», ha continuato. «Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme», ha aggiunto.

«Cottarelli non lo conosco, ho letto in questi giorni che tutto quello che proponevamo secondo lui non andava bene. Ho letto il suo curriculum, è il perfetto rappresentante della finanza e dei poteri forti che hanno fermato la nascita del governo del cambiamento per cui auguri a lui ma soprattutto agli italiani», ha poi aggiunto il leader della Lega.

 


«Mi interessa capire che fa il Presidente della Repubblica, Cottarelli chi lo vota? Non ha dato l'incarico al centrodestra perché non aveva i voti e ora arriva il signor Cottarelli senza i voti? Mi sembra una forzatura», ha detto ancora Salvini. «Non è vero che volevamo andare alle urne: il trattamento e le calunnie che ho sentito in tv non ha precedenti. Questo governo aveva contro tutti, giornali, radio e tv. Fantasie: noi e 5S abbiamo lavorato assieme», ha sostenuto ancora Salvini.

«Giorgetti? Savona era il meglio non leghista, non grillino, che ci avrebbe garantito grandi risultati in Europa, nessun altro avrebbe avuto lo stesso successo. Giorgetti non avrebbe avuto lo stesso peso in Europa, lo sa lui e lo so io», ha insistito il capo della Lega. «Savona sarebbe stato un perno attorno al quale costruire il governo», ha aggiunto.

«Io le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho, devo vedere, devo studiare». Così Salvini ha risposto infine sull'ipotesi di impeachment contro Mattarella. Quanto alla paventata manifestazione su Roma, ha aggiunto: «Nessuno pensa a una marcia su Roma».

 

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