Sul palco della sala, microfono in mano, cammina avanti e indietro e parla della crisi politica italiana facendo raffronti con la situazione negli Usa dove il peso del ‘deep state’ è arrivato a galla nonostante il fuoco di sbarramento di Hillary Clinton. Più volte torna sul concetto del partito di Davos, concepito come un potere occulto tentacolare capace di insinuarsi ed avere la meglio sulla democrazia. Durante il dibattito organizzato dal Centro studi americani, Bannon riflette sul fatto che in Italia non ci sono governi eletti democraticamente dal 2011.
«Dopo tanti governi tecnici, hanno di nuovo preso un tecnocrate dal Fondo monetario internazionale», ha detto facendo riferimento a Carlo Cottarelli.
Poi ha speso parole di elogio verso l’ex premier designato Giuseppe Conte per essere stato preso a bersaglio dalla campagna mediatica ai suoi danni che ha leso anche la sua dignita’. Bannon parla con grande capacità scenica e fende colpi a destra e a sinistra. «I capitali stranieri, i poteri stranieri, i media stranieri, hanno tolto agli italiani» la sovranità. Fa capire che il movimento populista è ormai globale e «tende a restituire alla gente la possibilità di decidere del proprio destino”. Pausa. Ritorna all’Italia e alla crisi in atto. «Il mondo vi guarda». Il nostro paese, a suo dire, sta combattendo una grande battaglia contro “un partito diabolico” che mandando all’aria il governo Conte ha «gettato la maschera». E ancora il partito di Davos e i suoi burattinai che «temono che il popolo italiano possa riprendersi la propria sovranita’». Ma, ha concluso, il popolo e la sua forza vinceranno.
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