Dl semplificazioni, sugli appalti procedure più veloci: accordo su nuovo abuso d’ufficio

Appalti, procedure più veloci. Dl semplificazioni in Cdm, accordo su nuovo abuso d ufficio
di Roberta Amoruso
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Lunedì 6 Luglio 2020, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 10:22

Il testo definitivo arriverà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato per le 22. Probabilmente il via libera alla svolta sulla corsia preferenziale negli appalti arriverà con la formula «salvo intese». Fino all’ultimo si lavorerà sui ritocchi ma l’accordo politico di massima sul nuovo schema, c’è. Scatterà dunque un regime straordinario per gli appalti, fino al 31 luglio 2021, con affidamenti senza gara per le opere fino a 150.000 euro e procedure abbreviate, comprese le procedure negoziate senza gara fino a 5,2 milioni di euro. In quest’ultimo è prevista la consultazione di almeno cinque operatori, in base alle soglie, nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti, con individuazione degli operatori in base a indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici. In particolare per importo tra 350.000 e un milione di euro la consultazione deve riguardare almeno dieci operatori, che diventano quindici per i lavori tra 1 milione e 5,2 milioni, la soglia europea. 

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L’ultimo accordo politico si è consumato invece sulle grandi opere per importi che superano la soglia europea. Il Decreto prevede una corsia di gare semplificate per tutte le opere oltre 5,2 milioni di euro. Ma non ci dovrebbe essere, invece, l’ulteriore corsia preferenziale aperta da una lista di infrastrutture urgenti indicate da uno o più Dpcm del governo su consultazione del Mit. Del resto la stessa Anac aveva fatto notare come è già oggi è possibile seguire una corsia preferenziale in casi straordinari con il ricorso all’art 63 del Codice degli appalti. 
Per il resto è confermata la riforma dell’abuso di ufficio dei pubblici ufficiali, non più generico, ma con un riferimento puntuale a delle previsioni di legge specifiche. Una via che in un certo senso protegge la discrezionalità del pubblico ufficiale per scoraggiando il cosiddetto «sciopero della firma» che spesso blocca le opere pubbliche. Via anche alla riforma del danno erariale che rende più pericoloso il “non fare” rispetto al fare: le omissioni e le inerzie saranno più facili da perseguire rispetto ai semplici errori. 

Per il resto ci saranno procedure speciali e corsie veloci per gli interventi green e per la digitalizzazione. Oltre che tempi certi per la Valutazione di impatto ambientale. Non ci sarà invece alcuna facilitazione per le procedure che regolano la sanatoria per gli abusi edilizi.

Rimangono però le preoccupazioni dell’Ance sulla concorrenza per le grandi opere e per una riforma che non insiste, secondo i costruttori, sulle vere cause di blocco dei cantieri. Già da tempo, infatti, l’Ance sottolinea come le principali cause di blocco dei cantieri si incontrano ancora prima di avviare una gara, nella miriade di pareri e autorizzazioni, intoppi procedurali/amministrativi: l’84% delle opere risulta bloccato prima dell’apertura dei cantieri e in particolare il 67% delle opere risultano bloccate prima della gara. Non a caso anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha sottolineato la necessità di intervenire anche «sulla parte autorizzativa dei progetti, quella in cui molto spesso si perde più tempo». 

Lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha fatto sapere che «il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici». L’obiettivo è «rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato gli appalti e gli investimenti pubblici, e più in generale, la crescita dell’economia», ha scritto nella premessa al Piano nazionale di riforma, di solito allegato al Def di aprile ma che quest’anno ritardato causa Covid. Le semplificazioni, si legge nel documento, rappresentano «il primo passo per attuare il Piano di Rilancio» e « i agirà in tutti i campi, dalla disciplina degli appalti all’accelerazione delle «opere già finanziate e in fase avanzata di progettazione» ai tempi di «procedure e iter autorizzativi». Sarà poi creata una apposita «unità di supporto» per la progettazione. 
 

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