JazzIt, parte il festival dell'Umbria con ospiti anche dagli States

JazzIt, parte il festival dell'Umbria con ospiti anche dagli States
3 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Giugno 2014, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 23:02
Un Jazzit virale e stavolta anche internazionale. Dal 27 giugno, a Collescipoli, l'Italian Jazz Expo fa il bis e fino a domenica il paese festival fa il pieno di presenze, col tutto esaurito o quasi non solo dall'Italia ma anche d'oltreoceano.

«Ci aspettiamo un diecimila persone» dicono Luciano Vanni e i suoi, insieme alla pro loco a un giorno dall'inizio dell'evento mentre sui social media impazzano foto, autoscatti e post in cui migliaia di utenti anticipano il loro arrivo, con tanto di conto alla rovescia. «Ci farà visita anche Michael Cuscuna» annuncia Giulia Ciavarelli dall'ufficio stampa; il produttore discografico fra i più in vista nell'America del Jazz, a capo dell'etichetta Blue Note & Mosaic Records ha confermato «senza alcun invito formale e di sua spontanea volontà» precisano dall'organizzazione.

Così come tante altre note personalità del panorama artistico e culturale nazionale e non, quali l'ex ministro ai beni culturali Massimo Bray, lo street artist Mauro Pallotta di recente alla ribalta per aver realizzato a L'Aquila il murales del super papa eroe, dedicato a Papa Francesco oppure l'affermato e famoso pittore scultore bretone, Clet che anima con la sua arte estemporanea i segnali stradali. «Una varietà che qualifica e il e diversifica il nostro secondo Jazzit rispetto all'altra edizione – sottolinea Vanni – lanciandolo come un festival d'ampio raggio, che dalla musica alla pittura mette la creatività in sinergia e in rete».

Non solo un meeting fra professionisti artisti ed operatori del Jazz, ma anche «altre provenienze che cambiano le prospettive di Jazzit, facendolo sconfinare addirittura a chilometri di distanza» prosegue. In America per esempio, dato che alla tre giorni parteciperanno otto scuole, alcune delle quali dagli States.

Tramite l'Accademia europea di Firenze, infatti saranno ospitati a Collescipoli gli studenti della Washington University in Saint Louise, diretti dal Maestro William Lenihan; «più i ragazzi della New York University che dopo un concerto a Praga faranno scalo, con furore, qui a Terni» aggiungono entusiasti dalla produzione, chiedendosi chissà come si troveranno gli allievi statunitensi, catapultati in questa realtà di festival sperimentale e «made in Italy», generato dalla stessa comunità artistica di riferimento, ma di differente nazionalità.

Un esperimento però che si è guadagnato però, il patrocinio onorario dell'Unesco per aver ottenuto il rilascio di un titolo prestigioso quale il “Best Practice” nel 2013, per il codice etico e la carta dei valori con cui è stato promosso Jazzit. Zero fondi pubblici, zero impatto ambientale, accoglienza e cultura diffusa, idea di smart city per il massimo dell'efficienza e della buona riuscita dell'evento.

Intanto a Collescipoli, si spazza e si mette in ordine anche il vecchio fondo o la cantina dismessa per concedere sempre più spazi possibile ai musicisti che cominciano già ad arrivare. «Questi del resto devono suona' e noi ci dobbiamo dar da fa'» dice la signora Maria che non vede l'ora.

Durante il festival ci sarà pazio anche alle arti figurative con il pittore e scultore frances, Clet che anima con la sua arte estemporanea i segnali stradali, mentre il 28 giugno i Global Shapers dell'Hub di Roma organizzano con David Vecchiato del Museo di Urban Art di Roma un workshop sulla tecnica dello Stencil e donerà l'opera risultante al festival. I Global Shapers - che fanno capo al World Economic Forum – organizzeranno anche l'evento “JazzingIdeas”, una tavola rotonda per dibattere in modo creativo di fotogiornalismo, street art e policy-making.