«A caccia di segnali onesti per un mondo a misura d'uomo»

Il docente di Ingegneria manageriale dell'UniPg, Andrea Fronzetti Colladon, a capo di un team di ricerca all'avanguardia nell'analisi dei big data e uso dell'intelligenza artificiale

Andrea Fronzetti Colladon
di Fabio Nucci
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 14:31

PERUGIA - A soli 40 anni è alla guida un gruppo di ricerca e studio, il Business & collective intelligence lab del dipartimento di Ingegneria dell’UniPg, che vanta collaborazioni internazionali e risultati pubblicati dalle più importanti riviste mondiali. Non stupisce che Andrea Fronzetti Colladon, docente di Ingegneria gestionale, sia candidato al “Freeman award” per il contributo agli studi scientifici nel campo della Social network analysis. Merito anche dell’indicatore Semantic brand score (SBS) e dell’app SBS BI, sviluppata per decodificare i “segnali onesti” nascosti nel linguaggio, predire esiti elettorali o fare previsioni in finanza. Fronzetti Colladon è anche coordinatore del corso di laurea in lingua inglese, Ingegneria gestionale, che per il prossimo anno accademico conta già quasi mille richieste dall’estero.

Professor Fronzetti Colladon, cosa sono i segnali onesti?

«Sono meccanismi quasi inconsci del comportamento umano che si rivelano quando interagiamo con gli altri facendo emergere stati emotivi, valori e obiettivi. Possono essere captati ovunque. Ad esempio, analizzando come interagiscono gli impiegati in un’impresa, gli utenti sui social media o le equipe mediche che svolgono interventi chirurgici complessi».

E che risultati avete avuto?

«Molti e in tanti ambiti differenti. Per esempio, studiando i giornali e le news, è possibile comprendere il loro impatto, scientificamente dimostrato, sul comportamento dei cittadini e come possano aiutarci a predire l’esito delle elezioni. Le nostre previsioni si sono rivelate abbastanza precise e questo ci suggerisce che le opinioni personali si costruiscono a partire dalle informazioni fornite dai media. Abbiamo previsto l’esito del referendum di Renzi, dell’elezione del sindaco di Roma ai tempi di Giachetti-Raggi, indicato gli scenari dopo le Politiche 2018».

Avete analizzato altri aspetti dell’informazione?

«Possiamo anche prevedere la reazione dei mercati finanziari: l’informazione può condizionarne la volatilità. Con Anna Laura Pisello (docente di Fisica ambientale all’UniPg, ndr), inoltre, abbiamo sviluppato due lavori che analizzano come i media influenzino i comportamenti legati alla transizione energetica, facendo vedere come il modo in cui si comunica possa guidare scelte tecnologiche e di consumo».

Come si captano i segnali onesti?

«Analizzando innanzitutto i tempi delle interazioni. Ad esempio, quello impiegato a rispondere a una mail è un fattore importante: indica la passione per un progetto e il rispetto verso la persona che ha scritto. Poi analizziamo la struttura sociale, le reti e il contenuto delle interazioni, le parole. In vari esperimenti abbiamo usato device, come smart watch o socio-metric badge sviluppati dall’Mit media lab, per “leggere” parametri ambientali e fisici: interazioni faccia a faccia, i movimenti nello spazio, la temperatura, l’illuminazione o il battito cardiaco».

Cuore della vostra ricerca è il SBS, di cosa si tratta?

«È una metrica che usiamo molto a livello di marketing e per l’analisi di big data testuali. Analizziamo le relazioni tra parole per vedere quanto un concetto, un brand o un tema siano forti. Misuriamo consapevolezza e forza delle associazioni, quelle che creano nuove connessioni tra i nodi di memoria.

Il SBS è un punto di forza nella nostra ricerca, così come altre metriche che utilizziamo per l’analisi delle reti, come l’Entanglement e la Rotating leadership. Abbiamo visto che i team che si autosincronizzano senza un’autorità centrale entrano in uno “stato di flow” come in una jam session. Abbiamo inventato il modo per misurarlo attraverso i segnali onesti e legarlo alle performance aziendali».

Come li utilizzate poi in concreto questi segnali?

«Cogliamo quelli utili a modificare il comportamento delle persone, a migliorare le loro performance, la capacità di collaborazione e le dinamiche lavorative delle imprese. Oppure, ad esempio, individuiamo chi intende licenziarsi. Se la persona, per vari motivi, perde interesse nel lavoro matura un distacco emotivo dall’azienda e i suoi segnali onesti cambiano prima che lo realizzi a livello conscio. Nell’80% dei casi possiamo accorgerci che qualcosa non va circa sei mesi prima che la persona arrivi a dimettersi. Così, si può intervenire costruttivamente in anticipo».

Analizzate il contenuto delle interazioni?

«Il nostro focus è sull’aspetto pragmatico della comunicazione, su come le parole possono modificare i comportamenti. Ad esempio, news che possono influenzare il voto o le scelte finanziarie, ma anche email o i discorsi di un manager che facciano sì che i lavoratori rendano di più e l’azienda cresca. Non leggiamo il contenuto delle mail anche per un problema di privacy, lo analizziamo solo tramite strumenti informatici. Nelle aziende con cui abbiamo lavorato in Italia, Usa e India abbiamo misurato il sentiment, i tempi di interazione delle persone e le loro posizioni di rete, vedendo ad esempio chi favorisce lo scambio di conoscenza tra gruppi. Consideriamo meno il linguaggio non verbale, già studiato da molti: ci interessano di più la complessità dei testi, le relazioni e i collegamenti (inconsci) tra parole. Da queste informazioni catturiamo alcuni segnali onesti».

Come avviene la misurazione e con quale obiettivo?

«Usiamo text mining, network analysis e intelligenza artificiale per guidare cambiamenti aziendali e sociali che possano portare a un futuro migliore. Un progetto in positivo, per premiare, non per punire, per sbloccare talenti, non per licenziare, per inserire le persone dove possano dare il loro meglio».

Temi anche oggetto di insegnamento accademico.

«Sono inseriti nel corso di laurea magistrale in Ingegneria meccanica, indirizzo Gestionale. Poi, nel corso di laurea triennale in Engineering management per il quale, tra un anno e mezzo circa, contiamo di aprire anche la magistrale: contribuisce molto all’internazionalizzazione dell’ateneo: la prima laurea triennale in inglese di Unipg, la prima triennale in Italia in Ingegneria gestionale in inglese».

Che risposta avete avuto?

«Il primo anno di corso sono state perfezionate oltre 80 iscrizioni, 21 extra Ue, su oltre 300 domande pervenute. Per il prossimo, abbiamo già ricevuto quasi 1000 domande dall’estero, 800 delle quali circa da Afghanistan e Pakistan, poi da Etiopia, Arabia Saudita, Iran, Bangladesh, Egitto, Brasile, Birmania e altri paesi. Dopo una prevalutazione accademica dell’ufficio stranieri dell’ateneo, le richieste passeranno alle ambasciate per il visto».

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