Collescipoli, l'allarme: «Senza università ed eventi il borgo perde tutti i servizi»

Collescipoli, l'allarme: «Senza università ed eventi il borgo perde tutti i servizi»
di Monica Di Lecce
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Domenica 23 Ottobre 2022, 00:45

L’ultimo negozio di vicinato a tirare giù la serranda, non più tardi di una quindicina di giorni fa, è stato un frutta e verdura che teneva anche qualche genere alimentare. Questa volta però la crisi e il caro bollette non c’entrano nulla. La titolare è andata in pensione e nessuno ha rilevato la sua attività. Sta di fatto che a Collescipoli con questa chiusura è venuto meno uno dei pochi punti di riferimento rimasti sul territorio.

«Sono aperti ancora l’ufficio postale, la farmacia e questo circolo» dice Giovanni Borghi che, insieme ad altri collescipolani doc, si ritrova il sabato mattina nel circolo socio culturale per un caffè e quattro chiacchiere con gli amici e se, ci esce, anche una partita a carte o a biliardo.
«In questo borgo non c’è rimasto più nulla» gli fa da eco Gustavo Granati, che a Collescipoli invece torna appositamente. «Io sono originario di questo paese, poi mi sono trasferito a Narni dove ancora risiedo – racconta – ma torno a Collescipoli perché qui ho lasciato il cuore». «Con la chiusura dell’ultimo negozio di alimentari – osserva Luciano Gregori – le donne anziane del posto non hanno più la possibilità di fare la spesa sotto casa e allora basta venire nel borgo verso mezzogiorno per vedere i figli, carichi di buste, che arrivano a portare alle madri la spesa acquistata nei supermercati lontano da qui».

Il paese nel corso degli anni non solo si è “silenziato” - «un tempo – raccontano – c’erano tante iniziative» - ma ha anche cambiato volto, nel senso che sono cambiate le facce dei suoi abitanti. «Di collescipolani veraci sono rimasti una cinquantina – prosegue Luciano Gregori – il resto della popolazione, circa 300 persone in tutto, sono giovani ed extracomunitari che comprano o affittano casa qui ma partono la mattina per lavoro e rientrano la sera.

Non vivono il borgo».

«La mattina o la sera - aggiunge Giovanni Borghi- è pieno di auto, il giorno non si vede nessuno». Il paese, per l’amore e la passione che anima i residenti e qualche volontario che si rimbocca le maniche, si presenta abbastanza curato. Ci sono stati due momenti in cui Collescipoli ha sperato in una rivitalizzazione: uno con l’università e l’altro con il jazz. «Con l’Università (qui era stata aperta la facoltà di Economia aziendale ndr.) c’era movimento – racconta Giovanni Boschi – poi la facoltà è stata chiusa ed è arrivata l’università telematica ma gli studenti vengono qui solo per gli esami». «Di gente ce n’è stata e tanta con il jazz - interviene la signorina che si occupa del bar del circolo - per tre anni, dal 2012 al 2015, Luciano (Vanni il direttore artistico di Jazzit Fest ndr) ha riempito le strade del borgo».

In un paese ormai “assopito” c’è una tradizione che invece è viva e vegeta e che gli abitanti rivendicano con orgoglio: quella degli gnocchetti alla collescipolana. Un piatto che li identifica in tutto il comprensorio. «C’è rimasta la sagra - dicono - non ci sia tolta anche quella. Abbiamo sofferto nel periodo del Covid per via delle restrizioni, ma questo è un appuntamento a cui non possiamo rinunciare».

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