Angelo Ulisse, l'astro nascente della velocità con il mito di Mennea

Angelo Ulisse
di Andrea Gionti
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Sabato 13 Febbraio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:03

«Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vogliono il lavoro e il sacrificio quotidiano. Nello sport come nella vita». È una delle citazioni storiche de La freccia del Sud Pietro Mennea, il campione olimpico dei 200 piani a Mosca '80, scomparso il 21 marzo del 2013. Dieci anni prima nacque lo sprinter setino Angelo Ulisse che si ispira alle gesta del fuoriclasse barlettano: «Mennea resta il mio idolo per la sua grande fame e voglia di emergere da una realtà difficile. Bisogna essere pronti a lavorare duramente e compiere sacrifici, ma soprattutto occorre tanta umiltà». Una dote che lui stesso sottolineò a caldo dopo il titolo italiano U20 al coperto sui 60 piani dello scorso week-end ad Ancona quando in finale fu impressionante la sua accelerazione che lo portò a vincere con il crono di 6.82 fulminando il veneziano Federico Guglielmi (6.85) e il siciliano Matteo Melluzzo (6.89). Un déjà-vu ammirato l'11 settembre 2020 nei tricolori U18 (outdoor) quando a Rieti dominò la scena nei 100 con il personale di 10"67, 14esimo alltime. Una storica doppietta realizzata a distanza di cinque mesi.
Ma la prima grande passione per il talento pontino - 18 anni il 22 marzo, 171 cm x 60 kg - fu la palla a spicchi: fino a 13 anni giocò a Sezze con l'istruttore Christian Di Lenola. Ruolo? Playmaker, il cervello della squadra. In America è definita la point guard: in Nba il suo idolo è LeBron James, il mostro sacro dei Los Angeles Lakers. Ulisse frequenta l'ultimo anno all'Isiss Pacifici e De Magistris. «Quest'anno ho gli esami di maturità, saranno mesi tosti, ma basta organizzarsi».


Ama cucinare la carbonara, il suo piatto preferito. Per non parlare dei dolci e in particolare delle frappe. Legge molto, è appassionato di musica, dai classici italiani alla disco, ma il suo artista è il rapper e produttore discografico canadese Drake che gli trasmette una carica incredibile. Si allena sei giorni a settimana: mamma Monia («papà Massimo è impegnato a lavoro, ma è vicino con il cuore») lo accompagna a Castelporziano, al centro sportivo delle Fiamme Gialle. È nel gruppo giovanile gialloverde, seguito dal tecnico catanese Claudio Licciardello, ex campione italiano dei 400 e oro europeo indoor nella 4x400 a Torino 2009. «Quando l'ho conosciuto nel 2018, venivo da quasi due stagioni di mezzofondo prosegue - Lui mi ha portato nel suo gruppo di velocisti e lì c'è stata la svolta. Un elemento fondamentale nella mia crescita umana e sportiva».
LE REAZIONI
Lo confermano anche le parole del suo mentore: «Angelo è un ragazzo speciale. Il successo di Ancona? È stato perfetto nella costruzione della gara come un vero professionista. Il lavoro che si fa con passione paga sempre». È l'orgoglio della Fidal provinciale, dal 2010 presieduta dal latinense Giampiero Trivellato: «Fa piacere perché Sezze non ha mai mancato di esprimere promesse in questi anni, dall'ottocentista Andrea Orlandi ai mezzofondisti Abdikadar. Peccato che a livello giovanile non c'è una società, chissà che l'exploit di Ulisse non spinga qualcuno a cambiare opinione». Il sogno nel cassetto dello sprinter? La convocazione in azzurro. Tra luglio e agosto gli sguardi degli U20 sono puntati sugli Europei di Tallinn (Estonia) e sui Mondiali di Nairobi (Kenya). «Sarebbe fantastico farne parte. Nothing is impossible, un mantra che Mennea ripeteva spesso prima e dopo le sue imprese», chiosa il due volte campione nazionale.
Andrea Gionti
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