Il maxi-sondaggio: «Alle Europee 2019 balzo sovranista»

Il maxi-sondaggio: «Alle Europee 2019 balzo sovranista»
di Diodato Pirone
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Lunedì 16 Luglio 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 11:15
Gli equilibri politici europei stanno cambiando alla velocità della luce e secondo i primi sondaggi a livello continentale - che vanno presi con le molle ma che sono indicativi - nel nuovo europerlamento che eleggeremo a maggio 2019 popolari e socialisti non avranno più la maggioranza dei seggi.

Non solo. E’ prevista una crescita dei sovranisti euroscettici ma non dovrebbe arrivare l’ondata nera che alcuni temono e altri attendono. E così ad avere in mano l’ago della bilancia dell’europarlamento con ogni probabilità i liberali e nuove formazioni come i centristi francesi di En Marche.

E’ lo scanario che emerge da una simulazione dell’Istituto Cattaneo, elaborata in base alla media delle rilevazioni sulle intenzioni di voto compiute recentemente, dai principali istituti di ricerca demoscopica presenti nei Paesi dell’Unione.

IL QUADRO
Un quadro, quello che potrebbe fuoriuscire dalle elezioni del 23-26 maggio 2019, che tuttavia per cautela il Cattaneo definisce una «esercitazione, che presenta molti limiti di incertezza e imprevedibilità», in primo luogo per la distanza dalle consultazioni stesse e per la variabilità dei temi e delle leadership politiche dei prossimi mesi.

«Ipotizzando che i partiti già presenti nell’europarlamento mantengano la loro attuale affiliazione» è prevedibile una notevole perdita di peso della Grosse Koalition fra popolari e socialisti che oggi di fatto “controlla” sia il parlamento di Strasburgo che la Commissione che non a caso è presieduta dal popolare jean-Claude Juncker.
Vendendo ai numeri: il Ppe passerebbe dall’attuale 32% al 25,5% dei seggi e il gruppo dei Socialisti e democratici dal 25 attuali a 20,5%. Pur rimanendo le due formazioni più forti, Ppe e Sd scenderebbero alla soglia del 46% dei parlamentari, ben al di sotto del 57% ottenuto nel 2014. La perdita complesiva dei due partiti pilastro dell’ue come l’abbiamo conosciuta finora sarebbe di 11 punti percentuali.

A differenza del passato la componente dei liberali (gruppo Alde) potrebbe quindi diventare essenziale per il mantenimento dell’intesa parlamentare tra popolari e socialdemocratici. I seggi controllati dai partiti attualmente affiliati all’Alde rimarrebbero, secondo la simulazione, sostanzialmente invariati (0,3%) ma il rilievo politico sarebbe certamente molto maggiore.

Crescono ma senza sfondare i principali gruppi euroscettici che nel loro complesso (Efdd, Enf, che comprende la Lega, e Ecr sono le sigle che usano a Strasburgo) salirebbero dal 16,5 al 21% dei seggi. Paradossalmente uno dei motivi del mancato sfondamento dei sovranisti in Europa sta nel loro successo in Gran Bretagna. A causa della Brexit, infatti, gli inglesi l’anno prossimo non voteranno per il parlamento europeo.

L’Istituto Cattaneo prevede un grande ricambio del personale politico europeo, superiore al 20%, con l’arrivo anche di gruppi nuovi che potrebbero svolgere un ruolo inedito come En Marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron. Stabili, infine, intorno al 6% i partiti di sinistra.
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