L'ultimo pezzo di verità sull'omicidio di Thomas Bricca è probabilmente nei telefoni cellulari sequestrati a Roberto e Mattia Toson, padre e figlio, il giorno dell'arresto. Sono accusati di aver ucciso il ragazzo, ad Alatri, il 30 gennaio scorso. Volevano sparare a Omar Haoudi, ma colpirono Thomas che aveva un giubbotto chiaro come il giovane di origine marocchina. Dai due telefoni, mercoledì 16 agosto, saranno estratte al Racis carabinieri le cosiddette "copie forensi". Da quegli apparecchi - che padre e figlio hanno continuato a usare senza più essere intercettati perché l'informativa dei carabinieri in Procura era stata inviata - si cercherà di acquisire elementi che finora sono mancati.
Thomas Bricca, Roberto e Mattia Toson restano in carcere. Il riesame ha respinto il ricorso
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Nel frattempo i difensori degli indagati presenteranno ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale del riesame di tenere in carcere padre e figlio. Secondo Angelo Testa e Umberto Pappadia, infatti, non c'erano elementi tali da mandare dietro le sbarre Roberto e Mattia Toson e alcune delle testimonianze usate nell'ordinanza di custodia cautelare non sarebbero sufficienti a giustificare le esigenze cautelari. Così come alcune delle immagini.
COSA MANCA
L'impianto accusatorio, invece, ha retto alla prima prova e in Procura da un lato aspettano di conoscere cosa si sono detti - magari attraverso dei messaggi - padre e figlio nel periodo in cui non erano più ascoltati, dall'altro continuano a cercare altri indizi. La pistola e lo scooter, per esempio, che restano un mistero sin dalla sera degli spari al "Girone". Per il resto gli indizi raccolti finora concordano: testimonianze, immagini, riscontri telefonici, alibi degli indagati smentiti dai racconti e dai tabulati telefonici.PLAGIATO
Ma è proprio nel rapporto padre-figlio che viene fatto risalire quanto accaduto anche quella sera, la "vendetta" da consumare dopo che Francesco Dell'Uomo - detto "Budella" - era stato non solo picchiato ma umiliato dal gruppo di nordafricani capeggiato da Omar.
Sentita dagli investigatori, la mamma di Mattia ed ex moglie di Roberto Toson non ha usato mezzi termini.
La testimone era stata già ascoltata il 4 febbraio e aveva fornito ampie garanzie per l'altro figlio, Niccolò, ma alla domanda se potesse fornirle anche per Mattia ha risposto: «Assolutamente no, così come ho ragionato sulla mancanza di dati circa i movimenti del mio ex marito Roberto». Del quale, poco prima, intercettata, aveva parlato in auto proprio con Niccolò: «Mattia è arrivato un po' più tardi (il riferimento è alla cena degli Spada, ndr) però il mio pensiero non può essere che mio figlio ha fatto questo. Di quel porco di tuo padre dalle 8 alle 9 aveva la sorveglianza speciale, non so che abbia potuto fare quel porco».