Thomas Bricca ucciso ad Alatri, dubbi sull'alibi: «Mattia arrivò sconvolto alla festa degli Spada»

I testimoni: «Era in ritardo». Un buco di mezz'ora dopo l'uccisione di Thomas

Thomas Bricca ucciso ad Alatri, dubbi sull'alibi: «Mattia arrivò sconvolto alla festa degli Spada»
di Pierfederico Pernarella
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 06:37

C'è un buco di mezzora nell'alibi fornito da Mattia Toson, il ventenne di Alatri indagato per l'omicidio di Thomas Bricca, ma non solo. Quella sera il ragazzo sarebbe arrivato alla cena sconvolto, come se fosse successo qualcosa di grave. Una circostanza riferita da diversi testimoni e confermata anche da Paolo Bricca, il padre della vittima. Emergono nuovi dettagli sulla ricostruzione che ha portato all'iscrizione del primo indagato per l'agguato di Alatri avvenuto un mese fa. Mattia Toson lunedì è stato interrogato per sei ore dal procuratore di Frosinone Antonio Guerriero e al sostituto Rossella Ricca.

La sera del 30 gennaio si trovava in un agriturismo a Ferentino per la festa del figlio di uno Spada, che è il compare di Mattia. Alla cena il ventenne sarebbe arrivato dopo le 21. Una mezz'ora prima, sulla scalinata di via Liberio, nel cuore del centro storico di Alatri, Thomas era stato colpito in testa da un proiettile. Morirà 48 ore dopo. Più di qualcosa non torna in quel buco di oltre trenta minuti. Anche perché, appunto, ci sarebbero altri particolari anomali sull'arrivo all'agriturismo. Mattia, a quanto pare, la sera del 30 gennaio non sarebbe stato in clima di festa. Inizialmente questi dettagli erano stati riferiti ad un'altra persona, amica dei fratelli Toson, che aveva preso parte alla cena, ma poi la circostanza è stata precisata.
Ora il particolare viene confermato anche da Paolo Bricca, padre di Thomas: «Alcuni presenti mi hanno riferito che era bianco in volto e avrebbe chiesto un bicchiere d'acqua per riprendersi». Paolo Bricca conosce molto bene il ragazzo indagato per l'omicidio del figlio: «Comprò da me la sua prima moto. E due anni fa, prima della pandemia - racconta - la madre mi chiese di prendere a lavorare Mattia in officina per insegnargli a riparare la moto. Ma prestò capii che era ingestibile e l'ho mandato via».
Mattia Toson, secondo i suoi legali, avrebbe chiarito tutto agli inquirenti: «Al ragazzo non sono stati contestati fatti specifici - dichiara l'avvocato Umberto Pappadia - Non conoscendo su quali elementi si poggia l'ipotesi dell'accusa, il ragazzo poteva avvalersi della facoltà di non rispondere, ma non lo ha fatto perché davvero non ha proprio nulla da nascondere».

IL VIDEO

Insieme al buco dell'alibi, l'altro elemento che ha portato all'iscrizione di Mattia Toson è il video nel quale si vede lo scambio tra i sicari che lasciano lo scooter, un T-Max, e un giovane che consegna loro un'auto.

Un movimento che avviene in località "Fraschette", dove vivono i Toson, ripreso da alcune telecamere presenti nella zona. I carabinieri ipotizzano che nel video sia ripreso Mattia, anche se l'immagine, a causa dell'oscurità, non è nitida. Quindi non è un elemento inconfutabile. Ora verrà disposto un esame tecnico altamente tecnologico per mettere a confronto la corporatura dell'indagato con quella del ragazzo che si vede nel filmato.

All'appello mancano ancora la pistola, una calibro 38 stando agli accertamenti del Ris, e lo scooter T-Max. Per cercare l'arma e il mezzo i carabinieri hanno passato al setaccio la villa dei Toson e il vicino ex campo di concentramento delle Fraschette, dove gli investigatori dell'Arma sono tornati per due giorni di fila anche con le ruspe, concentrando le ricerche in un punto specifico della vasta area.

LE RISSE

Mattia Toson l'alibi della cena lo aveva fornito quando, insieme al fratello, due giorni dopo l'agguato, si era recato spontaneamente presso la caserma dei carabinieri di Alatri: «Non c'entriamo nulla con il delitto», dissero. I loro nomi erano finiti in cima alla lista dei sospettati da subito perché entrambi erano stati protagonisti delle risse avvenute nel week-end precedente all'omicidio contro il gruppo di Omar Haudi, il giovane di origine marocchine considerato il vero bersaglio degli spari. Quella sera anche Omar si trovava sul luogo dell'agguato e indossava un giubbotto bianco come Thomas. Una coincidenza che avrebbe determinato lo scambio di persona. Omar ed altri ragazzi nordafricani, domenica sera, per vendicarsi dell'aggressione subita il sabato, avevano gettato da una scalinata e ferito in maniera seria Francesco dell'Omo, fratellastro di Roberto Toson, padre dei due ragazzi. L'agguato doveva essere una spedizione per punire quell'affronto?

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