Energia green, i prosumer fanno il pieno: il consumatore divena anche produttore e ci guadagna

La transizione energetica inizia in casa e in famiglia: il surplus di riproduzione si vende in rete

Energia green, i prosumer fanno il pieno: il consumatore divena anche produttore e ci guadagna
di Mario Baroni
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Novembre 2023, 06:00

Il confine tra produzione e consumo si è fatto più labile: si sa che viviamo in una società liquida che non ama distinzioni rigide di ruolo e vuole assicurare a tutti la possibilità di partecipare attivamente alle soluzioni dei problemi e alla risposta ai bisogni emergenti. Linguisticamente il “prosumer” (crasi tra producer e consumer) nasce nella visione futuribile di Alvin Toffler nel 1980. Il concetto però è più vecchio almeno di una decina d’anni. E c’è di mezzo il massmediologo Marshall McLuhan, che aveva già creato altri cortocircuiti, non solo semantici: il medium è il messaggio (si azzardò a dire anche che il mezzo è il massaggio, poiché modifica chi lo riceve). Prodotti e soprattutto servizi si espongono presto a questa doppia visione: produzione e consumo sono parti di uno stesso processo; e il ricevente (il consumatore) vuole sempre più essere attivo nel percorso produttivo (il produttore, appunto). Autoconsumo, in qualche modo. A partire dall’energia. Non solo in casa, ma anche in azienda. I “prosumer” scelgono la via della sostenibilità e del risparmio. 

Le persone – imprenditori o semplici cittadini – vogliono diventare protagoniste del proprio futuro, quindi a maggior ragione anche del proprio futuro energetico. La transizione verso un mondo elettrificato può e deve avvenire nelle proprie case, aziende, comunità. I “prosumer” sul fronte della transizione energetica sono i cittadini e le aziende che scelgono di installare un impianto che conta su fonti rinnovabili per produrre energia elettrica per le proprie esigenze e non solo, perché quella in eccesso è reimmessa sulla rete di distribuzione perché sia a disposizione di altri utenti. Ci si può riunire in “comunità energetiche”, composte da associazioni di famiglie, aziende, pubbliche amministrazioni, che contribuiscono insieme all’installazione e all’utilizzo di impianti rinnovabili, condividendo l’energia prodotta attraverso la rete di distribuzione. Il prosumer quindi usa un impianto di piccole dimensioni per produrre energia da fonti potenzialmente inesauribili come la luce del sole, il vento che soffia o i movimenti delle masse d’acqua. Questa varietà di fonti è importante. Spesso c’è la falsa credenza che i prosumer utilizzino solo gli impianti fotovoltaici: invece ci sono anche possibilità come il mini-eolico, stazioni di ricarica domestica per ricaricare un’auto elettrica o qualsiasi altro modo per contribuire a generare (e usare) energia green.

L’energia prodotta, come detto, può essere auto-consumata da chi l’ha prodotta oppure immessa nella rete nazionale e utilizzata da altre persone. Un meccanismo supportato anche da incentivi economici, decisi dai vari Paesi per rendere le persone sempre più protagoniste e per decentralizzare la produzione di energia, distribuendola sul territorio.

Per sua propria natura – consumatore che diventa produttore di energia – il prosumer è più sensibile al tema degli sprechi e del rispetto dell’ambiente. Si manifesta con più evidenza un vantaggio personale a partire dalla bolletta, fino a un possibile guadagno, quando l’energia prodotta in eccesso possa essere venduta e reimmessa in rete. Una generazione elettrica distribuita richiede di superare il modello di rete centralizzato a cui siamo stati abituati finora, che vede l’energia partire dalle centrali, transitare sulle reti di trasmissione ad alta tensione e infine su quelle di distribuzione che la portano fino alle singole abitazioni. Nell’era dei prosumer, l’energia entra direttamente nella rete di distribuzione, può viaggiare in entrambe le direzioni (verso le reti di trasmissione o verso le utenze), con grandi variazioni (da una stagione all’altra, da un giorno all’altro, da un’ora alla successiva) di domanda e offerta. La percentuale di energia immessa direttamente nelle reti di distribuzione, secondo gli analisti di BloombergNEF, raggiungerà il 50% già entro il 2034.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA