Il Messaggero si illumina: la luna e l’Italia campione, una storia lunga 145 anni

Sulla facciata del palazzo in via del Tritone il videomapping attraverso le prime pagine. Azzurra Caltagirone: «I fatti divisi dalle opinioni. Con Roma un rapporto viscerale»

Il Messaggero si illumina: la luna e l’Italia campione, una storia lunga 145 anni
di Mario Ajello
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 12:28

Si accese una luce 145 anni fa. Una luce sui fatti. Una luce di idee. Ed eccola, più accesa che mai, la luce che illumina, per ricordare la fondazione e tutta la storia del Messaggero, il palazzo di via del Tritone. E questo angolo della Capitale diventa non solo per un giorno, ma anche nei prossimi, e sempre alla stessa ora, le 17,01, luccicante come Times Square, rischiarante come un faro capace di orientare i romani e anche i molti turisti che passano sotto le finestre di questo pezzo di storia.

E tutti alzano lo sguardo alla celebre curva del nostro edificio, il direttore Massimo Martinelli la definisce come «la prua di una nave che entra nel centro storico di Roma», puntano i loro telefonini per fotografarla, ed entrano immediatamente in una sintonia culturale, che è anche un legame affettivo connaturato ai romani, con quello che stanno ammirando.

Osservano un videomapping in cui il Messaggero racconta, attraverso le sue prime pagine dal 1878 in poi, se stesso: dalla primissima edizione del 16 dicembre di 145 anni fa a quella del 4 giugno 1882 che annunciava ai lettori la morte di Garibaldi, da quella del 5 giugno 1946 che dava conto del referendum istituzionale al quale, per la prima volta, avevano partecipato anche le donne, a tante altre. Quella del 25-26 luglio del ‘43 fatta due volte, prima e dopo la caduta del fascismo, da due redazioni in buona parte diverse (erano arrivati in una manciata di ore i giornalisti liberali e democratici), quella del 21 luglio ‘69 – lo sbarco sulla luna – e tra le altre quella della vittoria ai Mondiali ‘82. La facciata diventa lo schermo anche sonoro - si sentono il ticchettio riprodotto della macchina da scrivere, il suono della telefonata dalla cabina della Sip che annunciò l’omicidio di Aldo Moro, il tremore della terra scossa dalla bomba di Capaci, le musiche spaziali che raccontano l’allunaggio - di un lungo film d’avventura. 


LE EMOZIONI
Non si fermano, a farsi trasportare nel passato e nel futuro da una testata che li contiene entrambi, solo persone legate al mito del giornale di carta. Ma anche giovani passanti - in motorino, occhi al cielo verso la M del Messaggero che sembra uscire dallo schermo per spaziare in libertà, la libertà di un giornale liberale - che trovano nella video-installazione di via del Tritone la biografia di questo protagonista dell’informazione che viene dall’800 e s’è lanciato nell’innovazione da XXI secolo con il coraggio e la capacità di unire la tradizione e il digitale in un reciproco rafforzamento. Il senso della festa dei 145 anni, fino al 16 dicembre, è proprio questo: la luce di ieri, quella di oggi e quella di domani e del vicendevole riconoscimento, al passo con i cambiamenti delle forme di fruizione delle notizie, tra i cittadini e il loro giornale. 


Osserva Azzurra Caltagirone, ad del Messaggero: «Siamo un gruppo di persone affiatato che ogni giorno vuole informare nel modo più corretto possibile tutti i lettori e che soprattutto lo fa con una stella polare: dividere i fatti dalle opinioni. E in questo momento, dove siamo bombardati da fake news e siamo esposti a un populismo dove chi urla più forte ha ragione, è fondamentale tornare alle origini e fare informazione: sono i fatti che vogliamo e noi vogliamo raccontare quelli, poi ci sono le opinioni che si possono mettere a corollario».

Il rapporto con Roma è il cuore di questa storia: «È un rapporto profondo, viscerale», incalza Azzurra Caltagirone: «Siamo romani e parliamo a tutta l’Italia e siamo letti in tutta l’Italia, però siamo anche il giornale della Capitale e quest’evento che rappresenta il finale della celebrazione dei nostri 145 anni, lo abbiamo voluto condividere con la città e lo abbiamo fatto con un nuovo modo di fare comunicazione». 


L’installazione visiva è stata progettata da Enel X, ottima la cura di Carlos Dodero, global architectural lighting, e osserva l’ad Francesca Gostinelli: «Credo che illuminare il palazzo del Messaggero sia un modo che rende visibile a tutti il valore della luce e della storia di una testata così importante. Noi siamo sempre a favore della cooperazione, e siamo felici che il Messaggero ci abbia scelti, perché dimostra che le partnership, anche a livello del tessuto urbano, sono fondamentali per mettere insieme delle eccellenze». E la storia continua.

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