Marco Pasqua
Romanità
di Marco Pasqua

I cittadini ripuliscono la Garbatella, il centro sociale li attacca: «I muri raccontano la nostra storia»

I cittadini ripuliscono la Garbatella, il centro sociale: «Sbagliato pulire i muri,
di Marco Pasqua
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Lunedì 10 Febbraio 2020, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 13:50

I gruppi di Retake arrivano lì dove non arriva, per incapacità o sciatteria, chi si dovrebbe prendere cura della città e, spesso, arrivano a rimediare ai danni che portano la firma dei cittadini incivili. E così, ecco che le scritte, gli adesivi, i graffiti, insomma, gli scarabocchi usati per soddisfare l'ego barbaro di chi non ama Roma, vengono cancellati dai cittadini impegnati in prima linea nella lotta contro il degrado. E' questa la filosofia di Retake, un movimento che parte dalle persone volenterose, no-profit, che punta anche a diffondere il senso civico sul territorio di Roma Capitale. In quest'ottica si inserisce uno degli ultimi interventi, alla Garbatella, nell'ambito dei festeggiamenti per il centenario del quartiere, organizzato da Retake Roma e dall'Ater, con il patrocinio del Municipio VIII e con l’adesione del Comitato di quartiere La Garbatella. Cento partecipanti che, da Piazza Bartolomeo Romano (sede dello storico Teatro Palladium) per poi proseguire su via Enrico Cravero, hanno rimosso manifesti, adesivi e volantini abusivi, cancellato scritte vandaliche, raccolto rifiuti abbandonati, tinteggiato muri, pali e cassette imbrattate e curato le aree verdi. Il tutto, tra gli sguardi e gli apprezzamenti di chi non ha potuto fare a meno di notare il miglioramento in termini di decoro, nelle vie interessate dall'opera di bonifica. Singolare, invece, l'attacco del Centro Sociale La Strada, occupato ormai nel lontano 1994 nel cuore della Garbatella, a questo tipo di iniziativa. Un attacco che parte da un presupposto folle: ovvero che i "segni" sui muri vadano tutelati. 



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«La Garbatella, il posto in cui vivi, lavori o studi, ha sempre scritto la propria storia sui suoi muri, tra le sue vie e i suoi lotti. In tante e tanti hanno lasciato e continuano a lasciare un segno - hanno scritto sulla loro pagina Facebook - Alcuni sono diventanti parte fondamentale della narrazione del nostro quartiere. Altri sono “appena nati”: a volte sono disegni, opere d’arte, quasi dei quadri. Altre volte, sono più semplici: scritte, adesivi e la loro bellezza è nascosta, sta nel fatto di voler rendere unico il proprio quartiere». Da qui l'attacco all'evento Retake: «Si può staccare e cancellare ogni scritta, disegno, adesivo che incontriamo. E alla fine rimarranno solo muri grigi, ma le scuole rimarranno fatiscenti, nei posti di lavoro rimarrà lo sfruttamento, l’autobus continuerà a non passare e l’Ater continuerà ad ignorare i problemi dei quartieri popolari. Del decoro che ci raccontate, in una città ingiusta, ce ne facciamo poco. Lasciate che l’arte e i colori continuino a raccontare la complessità della nostra città, di chi ancora ha qualcosa da dire. Guardatevi intorno e sentite la vita! Lunga vita alla street art». 

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Una posizione che è stata criticata - oltre che dal blog Roma Fa Schifo - da molti utenti Facebook: «Occasione sprecata, peccato. Non avete capito nulla», «Street art? Ma per favore... sono solo cac..., di gente di mer...abituata a vivere nella mer....» e ancora «che peccato vedervi contro cittadini che si alzano de core la mattina per andare a pulire strade, parchi, panchine e muri».
 

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