Siccità, l’estate 2023 decisamente migliore di quella dell’anno scorso. E infatti la severità idrica è al momento ritenuta bassa. Le precipitazioni di giugno, così come quelle del mese di maggio, hanno contribuito ad incrementare i deflussi superficiali. In quasi tutto il distretto idrografico dell'Appennino centrale si registra anche un progressivo recupero delle portate disponibili alle sorgenti con valori superiori a quelli dello scorso 2022. Si osservano, tuttavia, alcune eccezioni. E una di queste riguarda proprio il Viterbese.
I dati, innanzitutto. L’osservatorio permanente sugli usi idrici nel corso della riunione di luglio ha certificato che, sulla base dei dati disponibili, “si registra una condizione meteo-climatica in termini pluviometrici in linea con le medie storiche del periodo e sensibilmente migliore rispetto all’anno 2022". Ecco, allora, qualche numero: rispetto al 2022, tutti i primi sei mesi dell’anno segnato un consistente aumento delle precipitazioni. Gennaio 2023 il più generoso in termini di piogge con un incremento del 238,68% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quindi febbraio +161,09%, marzo +108,13%, aprile +79,75%, maggio +130,95% e giugno +165,87%. Certo però che, se il raffronto è fatto con la media storica, la situazione è ben diversa: i valori di pioggia cumulati nel 2023 sono inferiori in cinque mesi su sei. A salvarsi solo gennaio con un incremento percentuale del 13,92. Nel restante periodo, invece, la riduzione varia dal 29,15 del mese di marzo, risultato il più avaro, e il meno 3,03 di giugno.
Cosa significa a livello di offerta di acqua? “Al momento – riportano gli esperti dell’osservatorio - si evidenzia uno stato di disponibilità delle fonti stabile rispetto a quanto rappresentato nel corso della riunione di giugno, ad eccezione di un decremento delle disponibilità da alcune sorgenti più profonde (Piancastagnaio), con deficit fino a circa il 40% delle medie storiche del periodo”.
E per il prossimo futuro? “Sulla base delle previsioni effettuate dal gestore, qualora dovessero permanere condizioni meteo-climatiche favorevoli, gli impatti sulla popolazione potrebbero essere limitati nei prossimi mesi ai comuni forniti prevalentemente da fonti superficiali, non interconnessi ad altre reti idriche e soggetti ad un elevato incremento di popolazione nel periodo estivo”. Prudenza, quindi. “Anche in considerazione delle temperature elevate che si stanno registrando a partire dalla fine di giugno e delle importanti ondate di calore che stanno interessando la nostra penisola, incluso il distretto dell’Appenino centrale, si ribadisce – è la raccomandazione - la necessità di attuare azioni rivolte a un corretto e responsabile uso della risorsa idrica, nonché di proseguire nell’attuazione delle misure di contrasto già programmate o in corso”.