Viterbo, l'acqua non basta: decretato il 'livello di severità idrica medio'

Viterbo, l'acqua non basta: decretato il 'livello di severità idrica medio'
di Federica Lupino
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Giovedì 23 Marzo 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 16:45

A mettere sul piatto tutti i preoccupanti dati era stato pochi giorni fa il Cemer, Centro meteo per l’Etruria e Roma. Il clima è cambiato e si vede anche nella Tuscia: l’inverno appena passato si è caratterizzato per neve a bassa quota rara, in montagna solo in poche occasioni, piogge concentrate in pochi giorni.

Che la situazione sia grave in tutta Italia lo dimostra la dichiarazione di stato di emergenza, con un tavolo sulla crisi idrica, presieduto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, svoltosi a inizio marzo a Palazzo Chigi. A confermare che le conseguenze di simili stagioni si sentiranno con sempre maggiore impatto anche nella vita quotidiana dei viterbesi ora è anche l’Autorità distrettuale dell’Appennino centrale. L'Osservatorio permanente sugli usi dell'acqua nel distretto idrografico di riferimento monitora infatti costantemente il livello delle risorse idriche su ciascun territorio di riferimento.

Ecco i risultati per la Tuscia: “Al momento nel territorio dell’Ato1- Viterbo la situazione delle disponibilità alle fonti è in linea con i livelli rilevati dicembre, confermando – certificano dall’Osservatorio - il generalizzato decremento, soprattutto per quel che riguarda le sorgenti principali (Piancastagnaio circa -60%)”. Gli scenari del prossimo futuro? Affatto consolanti: “Il perdurare di condizioni di deficit delle cumulate pluviometriche riferite all’anno solare in corso rispetto alle serie storiche disponibili, seppur mitigate dalle precipitazioni in media avvenute nel periodo autunnale e invernale, non ha consentito il recupero delle portate disponibili alle principali fonti di approvvigionamento ad uso potabile. Pertanto - sottolineano - il miglioramento dello scenario degli impatti in corso è riferibile essenzialmente alla diminuzione della domanda da parte dell’utenza e dei consumi rispetto ai periodi estivi”.

Ad aggravare la penuria di acqua c’è anche un fattore endemico: “Occorre tener presente – rimarcano dall’Autorità - la problematica strutturale legata alla presenza di arsenico e fluoro in molte fonti destinate ad uso potabile, che tende ad aggravarsi in condizioni di minore disponibilità della risorsa e conseguente maggiore stress della stessa per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici”.

In definitiva, sulla base dei dati e degli elementi raccolti, pur osservando attualmente un parziale recupero del deficit di precipitazione registrato a fine anno 2022, non emergono all’inizio di questo 2023 segnali che mostrino, in concreto, un trend migliorativo della situazione.

Dall’analisi dei dati delle portate erogate alle sorgenti, dei livelli dei laghi e degli acquiferi monitorati emerge infatti una situazione sostanzialmente simile a quella registrata alla fine del 2021 e all’inizio dello scorso 2022 nella quale l’assenza di precipitazioni nel successivo periodo primaverile e il progressivo aumento delle temperature hanno determinato l’instaurarsi nel distretto di scenari di severità idrica alta.

La conclusione è un avvertimento: “Pur rilevando che al momento non si registrano situazioni di criticità significative, e ferme restando le criticità registrate localmente in alcuni ambiti territoriali come evidenziati dalle Regioni, in considerazione dei dati e del lungo stato di siccità metereologica che perdura ormai dalla metà del 2021, si ritiene di dover confermare a livello distrettuale un livello di severità idrica medio”, concludono dall’Osservatorio. Livello che vale anche per la provincia di Viterbo dove a luglio 2022 l’approvvigionamento tramite servizio sostitutivo con autobotti riguardato circa 40.000 abitanti.

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