Come rendere la vita quotidiana a Roma meno complicata? Tanto per cominciare recuperando la gentilezza, usando l'educazione civica, cercando di non inquinare i rapporti umani e mantenere un livello accettabile di scambi in ogni ambito sociale, lavorativo, famigliare. L'anno 2022 sta volgendo al termine e nel Te Deum di san Silvestro il Papa coglie l'occasione per riflettere su come migliorare le cose.
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Stavolta nel tradizionale momento liturgico a san Pietro, alla presenza del sindaco di Roma, non trovano spazio denunce civiche o rampogne al Campidoglio o all'amministrazione, ma solo un invito accorato a contenere l'aggressività dilagante e limitare i danni «dell’individualismo consumista che sono sotto gli occhi di tutti». E tal proposito Papa Francesco sottolinea ai fedeli presenti: «il danno più grave è che gli altri, le persone che ci circondano, vengono percepite come ostacoli alla nostra tranquillità, alla nostra comodità.
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L'elogio alla gentilezza sul quale si è strutturata l'omelia di fine anno sembra ispirato al lavoro accademico decennale di Daniel Lumera, un filosofo che studia gli effetti positivi della gentilezza, persino in campo sanitario, mettendo in evidenza che liberarsi da ciò che inquina la mente, il corpo è un modo per arrivare ad una vita sana e felice.
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Papa Francesco in buona sostanza ha chiesto ai cattolici di trattare il prossimo «facendo attenzione a non ferire con le parole o con i gesti; cercando di alleggerire i pesi altrui, di incoraggiare, di confortare, di consolare; senza mai umiliare, mortificare o disprezzare. La gentilezza è un antidoto contro alcune patologie delle nostre società: contro la crudeltà, che purtroppo si può insinuare come un veleno nel cuore e intossicare le relazioni; contro l’ansietà e la frenesia distratta che ci fanno concentrare su noi stessi e ci chiudono agli altri. Queste “malattie” della nostra vita quotidiana ci rendono aggressivi».
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