La gentilezza, come sostiene lo scrittore e sociobiologo Daniel Lumera «è un processo inclusivo i cui elementi caratteristici sono empatia, cortesia, amorevolezza e spirito di servizio»: non si tratta solo di cortesia o sorrisi, ma di un impegno vero nel superamento della concezione di contrapposizione tra noi e il resto del mondo, basato sul concetto di reciprocità, dove il benessere individuale va di pari passo con la responsabilità collettiva.
La meditazione in sintonia con l’obiettivo di coltivare la gratitudine e la gentilezza arriva dal Giappone e si chiama Naikan: questa parola, letteralmente, significa e “guardarsi dentro” e la pratica meditativa Naikan si sta diffondendo, specialmente dal dilagare del Covid in poi, sempre più anche in Occidente. Il Metodo è stato ideato dal manager buddista Yoshimoto Ishin che, a un certo punto della sua carriera, ha avvertito il bisogno di dare un valore aggiunto alla propria vita personale e imprenditoriale, coltivando tecniche di autoriflessione che alleviassero lo stress e dessero sprint al lavoro, attraverso momenti di meditazione ispirati al buddismo Shin giapponese.
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