Città del Vaticano - Il cardinale Fernando Filoni, per anni stretto collaboratore di Benedetto XVI, fa una previsione soppesando il lascito teologico di Ratzinger, la Chiesa presto lo proclamerà Dottore della Chiesa. «Va annoverato tra i giganti del nostro secolo». Filoni traccia un'analisi basata non solo sulla conoscenza personale ma soprattutto sugli effetti prodotti da un pensiero che ha scavato la Chiesa, andando all'origine della fede, interrogandosi sul futuro del cristianesimo in Europa e sugli orizzonti comuni cercando di individuare la bussola per il futuro.
«Tutti gli siamo grati, avendo ricevuto da lui il dono della sua testimonianza. Per un breve periodo anch’io mi sono rallegrato della sua vicinanza e ho usufruito dell’ombra di questa maestosa quercia, dapprima come Sostituto della Segreteria di Stato e poi come Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e questo mi ha permesso di divenire testimone del pensare e dell’agire di Benedetto XVI».
Secondo Filoni Benedetto XVI ha fatto risaltare la percezione dell’attualità religiosa in relazione al pensiero politico e sociale: «I Profeti hanno l’umiltà trasparente, per questo o sono amati o sono odiati; l’umiltà di Benedetto XVI ha incontrato l’apprezzamento della gente, che lo ha amato profondamente; lo ha stimato perché egli parlava di Dio e della sua misericordia e ne ricordava la presenza. Coloro che hanno decodificato ogni aspetto della sua vita e del suo dire con occhio prevenuto, superbi di sé, ne hanno perso la grandezza d’animo.Questo 265esimo Papa della Chiesa cattolica, ha avuto, dunque, la missione di parlare adeguatamente di Dio al nostro mondo secolarizzato e saccente. Era amabile, mai enigmatico, mai doppiogiochista, mai ondivago tra una linea populista e mediatica, mai moraleggiante. Ha amato il mondo perché malato e bisognoso di Dio»”.