"Papà - ricordano i figli Beniamino, Sandro ed Enzo - era determinato a non arrendersi alla vita che corre" ed è con questo spirito che hanno deciso di portare a compimento “Terramata Terramara” il libro che verrà presentato domenica 26 luglio presso la Casa del Sole. "Un'opera postuma ideata con lui verso la fine del 2019 - spiegano - e nelle prime settimane del 2020, poco prima che se ne andasse. Insieme avevamo cominciato a pensarlo… papà con fiducia ma con prudenza ci invitava a non illuderci rispetto all’appuntamento del 9 maggio 2020: il centesimo compleanno! Purtroppo aveva ragione e non ha potuto vedere il libro completo e vivere la festa che avremmo voluto fare per la duplice occasione".
Ma il libro, il terzo, uscirà comunque. "Si tratta di un progetto in cui Carlo mette a frutto un paziente lavoro di tessitura, costruttiva e testarda- spiegano ancora i figli- in cui la riflessione e la scrittura sono in dialogo costante con la società e il territorio ai quali parla, nonostante l’infermità condizionante sopraggiunta nel 2014.
Tale impegno era volto a dare forza alla memoria storica del ventesimo secolo, da lui attraversato in modo attivo e creativo, a orientare il presente e il futuro della comunità di appartenenza verso il rafforzamento di un’umanità più giusta e solidale".
Contadino fino a 94 anni, è impossibile scindere in Romildo il sentimento di amore immenso per la terra fonte di vita da quello di amara sofferenza generata dalla durezza del lavoro contadino.
"“Terramata Terramara” -spiegano - completa il racconto di Carlo immaginativo, propositivo, intenso, talvolta scherzoso, sempre impegnato a restituire attimi di vita, esperienze dure, di slancio, coraggio e determinazione per un mondo in cui ci sia il rispetto del lavoro e dei diritti, la giustizia sociale, la solidarietà verso i più deboli, la pace".
Un racconto in tre tappe.
La prima risale al 2010. Il libro “Contadino e artista per un mondo nuovo” restituiva novant’anni della sua vita individuale e famigliare - soprattutto di partecipazione attiva al riscatto del mondo contadino con il lavoro, le lotte, gli scritti per il periodico “Il Banditore di Amelia” - e trent’anni, dai sessanta ai novanta, dedicati alla creatività artistica con il legno.
La seconda, nel 2018, è il volume “Umbria Contadina. L’arte nel legno di Carlo Romildo”. Un'antologia del suo percorso artistico, teso a rendere trasmissibili personaggi e istanti del Novecento ormai tramontato, cultura e lavoro contadino sempre più emarginati nella società contemporanea.
Infine la terza, nel 2020, “TerramataTerramara - Le vie del riscatto contadino. Scritti 2010-2020” che raccoglie dieci anni intensi in cui l’appuntamento mensile con “Il Banditore di Amelia” o piccoli eventi, sociali o famigliari, diventano occasione di emersione del mondo vissuto e della consapevolezza che la comunità non può ignorare il patrimonio di umanità, cultura, civiltà nuova ricercata e a piccoli passi costruita.
"La vita che corre, La vita contadina, La guerra, La vita nella comunità - chiudono i figli - sono diventate le aree tematiche del nuovo libro in cui abbiamo pensato con Carlo di riordinare e rendere comunicabile il filo della sua ricerca. “TerramataTerramara” è un’opportunità per ridimensionare la preponderante autocentratura individuale contemporanea, il sentirsi ognuno onnipotente: atteggiamenti prevalenti nel senso comune che tende oggi a escludere l’altro, la complessità, la difficoltà e l’impegno per la ricerca irrinunciabile di benessere e pace all’umanità intera, come invece auspica Carlo nell’augurio del Capodanno 2020".
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