Terni, L'odissea di una famiglia che da otto anni aspetta la casa popolare: «Siamo in cinque e per noi non c'è un alloggio»

Il Sunia conferma che gli appartamenti per famiglie numerosi sono da ristrutturare

Terni, L'odissea di una famiglia che da otto anni aspetta la casa popolare: «Siamo in cinque e per noi non c'è un alloggio»
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 28 Aprile 2023, 00:40

TERNI - Francesco e Claudia, con tre figli minorenni, hanno tentato invano di ottenere una casa popolare.

L’hanno fatto partecipando a tre bandi dal 2015 in poi. In graduatoria sono arrivati sempre tra i primi ma la casa per loro non si trova. La ragione è legata al fatto che si tratta di una famiglia numerosa e che abitazioni così grandi non sono disponibili.

«Ogni volta che è uscita la graduatoria ci hanno detto che la casa ci spettava ma che erano a disposizione solo alloggi per massimo tre persone - conferma la coppia ternana - e che non ci sono appartamenti adatti ad ospitare una famiglia così numerosa come la nostra».

Francesco, che faceva il cuoco, non può più lavorare perché è affetto da una grave disabilità e col solo stipendio di sua moglie pagare 500 euro di affitto al mese è diventata un’impresa insostenibile.

«Sono tre volte che presentiamo la domanda al Comune - dice la coppia ternana. Iniziammo nel 2015 e già allora avevamo un punteggio che ci collocava al vertice della classifica. In occasione dell’ultimo bando, quello del 2019, la nostra domanda non è stata neppure presa in considerazione in quanto alloggi adeguati ad ospitare cinque persone non erano disponibili. Una situazione assurda visto che non abbiamo mai chiesto alcun sussidio.

Ci hanno spiegato che le case per cinque persone sono tutte da ristrutturare e io a quel punto mi sono reso disponibile anche a fare i lavori che servivano - precisa Francesco - ma la legge non lo consente».

In questi anni passati ad aspettare una casa popolare la famiglia ternana, che ha due persone affette da grave invalidità, si è rivolta all’associazione Anmic, che si occupa di tutela dei diritti degli invalidi civili.

«Si sono interessati e hanno subito preso a cuore il nostro caso - raccontano Francesco e Claudia - hanno parlato con un sacerdote che si è messo in contatto con il Comune. Dopo un incontro ci assicurarono che ci avrebbero ricontattato per risolvere la cosa ma nessuno ha più chiamato».

Quello di Francesco e Claudia non è l’unico caso del genere. A confermarlo è Matteo Lattanzi, segretario provinciale del Sunia.

«Il problema è che le assegnazioni dell’alloggio vengono sempre fatte sulla base del punteggio ma anche delle condizioni numeriche del nucleo familiare e case grandi a disposizione non ce ne sono. Questa situazione la denunciamo da tempo - dice il segretario del sindacato degli inquilini - chiediamo di fare le ristrutturazioni sugli alloggi più grandi perché se il problema ce lo poniamo solo in sede di assegnazione è evidente che non può essere risolto».

Poi c’è la questione, anche questa non risolta, del cambio alloggio volontario. Con persone rimaste sole nella casa popolare dove vivevano con una famiglia numerosa che vorrebbero un alloggio più piccolo ma che non vengono accontentate.

«Anche questa è una nostra battaglia, che stiamo portando avanti per facilitare il cambio di alloggio su base volontaria. Purtroppo - dice Matteo Lattanzi - questo non è l’unico caso di famiglie numerose che vanno incontro a questa assurdità».

Francesco e Claudia intanto hanno perso le speranze e stanno seriamente pensando di trasferirsi altrove.

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