Daniel, un calcio alla guerra: dall'Ucraina a Terni accolto a giocare nella Olympia Thyrus. E ritrova il sorriso

Daniel, un calcio alla guerra: dall'Ucraina a Terni accolto a giocare nella Olympia Thyrus. E ritrova il sorriso
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 12 Marzo 2022, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 10:40

«Per me il calcio è la vita». Daniel, 14 anni, lo dice con il sorriso e gli occhi che si illuminano. E' arrivato a Terni una settimana fa, insieme alla mamma e alla sorella, dopo quattro giorni di attesa alla frontiera con la Polonia e altri tre di viaggio in autobus. E' partito dalla sua città, Khmelnytskyi, percorrendo duemila chilometri per mettersi alle spalle l'incubo delle bombe e dare, letteralmente, un calcio alla guerra.

«Siamo fuggiti perchè non sapevamo da che parte potessero arrivare le bombe - racconta Daniel - ho lasciato in Ucraina tanti amici, anche mia nonna e mio papà. Siamo preoccupati, tutte le sere chiamo mio papà per sapere come sta e dove si trova. Ma non avrei mai immaginato di poter trovare qui una squadra vera e di essere accolto come se avessi sempre giocato qui. Il futuro? Da una parte vorrei tornare in Ucraina perchè è la mia patria. Però per me il calcio è la vita e magari in Italia potrò realizzare il mio sogno».

Ad aspettarlo c'era la zia Lilia che vive in Italia da dieci anni e allo scoppio delle ostilità tra il suo paese di origine e la Russia si è subito attivata, insieme al suo compagno di Terni, per ospitare la sorella con i due figli, Daniel e Valeria: «Quando stava per cominciare la guerra ho detto a mia sorella di venire qui, ci siamo organizzati come meglio potevamo per aiutarli in ogni modo. Al nostro campione piace tanto giocare a calcio, è la cosa che ama di più e ringrazio chi ci ha aiutato a trovare questa bella squadra».

A Terni Daniel ha trovato l'abbraccio caloroso dell'Olympia Thyrus, con cui ha cominciato ad allenarsi nei Giovanissimi guidati da una vecchia gloria del calcio rossoverde, Nicola Traini. Daniel sogna di essere un giorno come Neymar, ma la cosa più importante è che in campo, con il pallone tra i piedi, può continuare a vivere. «E' come se fosse da sempre uno di noi - dice Sandro Corsi, presidente dell'Olympia Thyrus - lo abbiamo accolto con il sorriso come si fa in una famiglia. Del resto abbiamo nelle nostre squadre tanti ragazzi dai paesi dall'est e dal sud del mondo. Il nostro pensiero commosso va ai tanti Daniel rimasti in Ucraina con le loro famiglie».

In squadra c'è anche Mattia, figlio di una donna ucraina e perfettamente madrelingua, grazie al quale Daniel è riuscito sin dal primo giorno a comunicare con i suoi nuovi compagni: «La prima cosa che gli abbiamo chiesto è stata come si sentiva, poi se gli piaceva giocare a calcio e ovviamente che era benvenuto nella nostra squadra». A farlo giocare ci pensa mister Nicola Traini: «Tutti i ragazzi considerano Daniel come uno di loro e lui ha capito subito che gli vogliamo tutti bene. Sappiamo cosa ha passato per venire fin qui e cercheremo di aiutarlo in tutti i modi attraverso il calcio». E quando Daniel scopre che mister Traini è tuttora il miglior goleador della Ternana in Serie A i suoi occhi si illuminano ancora: «Super!» esclama.

Poi finalmente arriva il momento di cominciare l'allenamento. E inseguire un sogno che ha la forma rotonda di un pallone.

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