Terni, l'intelligenza artificiale disegna il volto di San Valentino

Una mostra di artisti contemporanei all'Istess di Terni che "immaginano" il viso, ancora misterioso, del Santo

Terni, l'intelligenza artificiale disegna il volto di San Valentino
di Aurora Provantini
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:03

TERNI - San Valentino è “Il santo senza volto”. Una figura celeste che ha attraversato 1700 anni di storia raccogliendo leggende, tradizioni, celebrazioni, una iconografia che spazia dalla Russia all'Austria, da Roma a Terni, e che non ha ancora un volto. Perciò l’Istess Arte decide di mettere in mostra quadri antichi e opere di artisti contemporanei come Felice Fatati, Mark Kostabi, Giorgio Agri, Gabriella Compagnone, che hanno interpretato Valentino. Più un’opera realizzata dall’Intelligenza artificiale. Molti di questi quadri, sono senza volto: segno del mistero che il santo dell’amore continua a custodire. Ci sono iconografie rintracciate in varie città d’Europa che lo presentano come taumaturgo nell’atto di guarire il giovane figlio di Cratone. Altre, nei paesi germanofoni, che lo raffigurano come guaritore degli epilettici. Significativo il dipinto di Lucas Cranach il Vecchio della Gemäldegalerie der Akademie der Künste di Vienna, del 1502-1503: il volto è reale. Infatti viene scelto per la copertina del libro di Giuseppe Cassio e Edoardo D’Angelo, che verrà presentato in Bct il 21 febbraio. D’altro canto i due storici si propongono di ricostruire scientificamente il profilo del santo, che a loro dire somiglia più al Valentino raffigurato da Cranach il Vecchio, piuttosto che a quello presentato nel 1909 da Ettore Ballarini. 
«L’immagine che si è diffusa a Terni negli ultimi cento anni, è invece quella di un vescovo in piedi con la palma in mano, che può essere l’immagine di qualsiasi altro santo vescovo». Una critica che Paolo Cicchini fa alla città per aver posizionato quella statua che si rifà probabilmente all’opera di Ballarini, a ridosso della basilica: «San Valentino ha una identità precisa, non è il vescovo immobile al centro della rotonda della strada che porta alla basilica». L’operazione di ricerca della sua immagine è iniziata un anno fa con la costituzione, da parte del vescovo Soddu, di un comitato scientifico che guidi i progetti di valorizzazione del patrono di Terni. Tra questi quello dell’Istess, che parte dalla mostra (l’inaugurazione sabato 11 febbraio al Cenacolo San Marco – ore 18) di opere dedicate a San Valentino - non a caso si intitola “Il santo senza volto” - per arrivare alla creazione di un museo aperto sempre. Per Andrea Giuli, curatore della mostra insieme ad Andrea Casali e già assessore alla cultura del Comune di Terni, raccogliere ed esporre documenti, quadri e fotografie per quindici giorni durante i festeggiamenti valentiniani, è un primo passo verso quella galleria valentiniana in grado di rilanciare e divulgare l’immagine del vescovo di Terni. «Un’immagine sfuggente - evidenzia Giuli motivando quel titolo - sia perché i numerosi studi storici non sono ancora riusciti a fare chiarezza sull’identità del santo dell’amore, sia perché lo stesso santo, conosciuto e venerato nelle città di cui è patrono, nel resto del mondo resta solo il nome di una festa a base di fiori, cioccolatini e cenette a lume di candela, privato di una storia, di un culto, di un volto, appunto».

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