Terni, l'artista Gasparro rivela: «Così ho dato un volto a San Valentino»

Terni, l'artista Gasparro rivela: «Così ho dato un volto a San Valentino»
di Claudia Sensi
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Lunedì 8 Aprile 2024, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 19:04

Tra poche settimane, a lavori conclusi, i suoi tre dipinti che raffigurano il martirio di San Valentino andranno a impreziosire l'auditorium del Carmine alla Passeggiata. Al momento sono esposte al Caos.Giovanni Gasparro, 40 anni è l'autore delle opere che hanno dato per la prima volta un volto al santo patrono di Terni
Come è nata l'idea di  dipingere i martirio di San Valentino?
«Il dittico dedicato a san Valentino raffigura gli episodi del miracolo della guarigione del figlio di Cratone e del martirio lungo la via Flaminia. L'idea di dipingerlo è nata dalla volontà di restituire al Santo i caratteri reali della sua figura storica, ovvero quelli del Vescovo taumaturgo ed evangelizzatore, nonché del Martire. In questo sono stati preziosi tutti i recenti studi condotti sulla vita di san Valentino».

Per il volto da chi ha tratto spunto?
«Per i due dipinti e per la terza opera con l'effige del Santo che poi è servita come prototipo per lo stendardo affisso in città, durante gli ultimi festeggiamenti, mi sono servito di un modello che ho usato più volte nelle mie opere. Un uomo del mio paese che si prestava, con le sue fattezze fisiche, ad "interpretare" il Santo nei miei dipinti. Ho cercato di rispettare i caratteri iconografici che si sono sedimentati nella storia, soprattutto nelle raffigurazioni ad affresco e nei codici miniati antichi. Questo perché, nella modernità, san Valentino ha conosciuto una sorta di oblio iconografico durato per secoli, sino alle banalizzazioni commerciali legate alla festa degli innamorati».
 

C'è stata una polemica in merito alla valutazione dei quadri che il Comune di Terni le ha acquistato per quarantamila euro. Quanto valgono quelle tre opere, qual è la sua quotazione? 
«La polemica mi ha sorpreso ed avvilito enormemente. Le opere sono state vendute per una cifra pari a circa la metà del valore di mercato, cosa facilmente dimostrabile con dipinti da me venduti negli stessi mesi. Quindi ho ceduto le mie opere sottostimandole, per permettere al Comune di destinarle al territorio permanentemente, circostanza auspicata anche dalla precedente amministrazione comunale, a seguito dell'esposizione in Basilica e a San Gemini. Ho trovato paradossale, pertanto, che si generasse una polemica così pretestuosa e diffamatoria, insinuando che ci fosse una volontà truffaldina da parte mia o del del Comune, quando l'intento dell'acquisizione è evidentemente quello di arricchire il patrimonio cittadino con opere d'arte contemporanee che avessero, oltretutto, un legame devozionale ed identitario, dato proprio dalla figura del Santo Patrono di Terni. Ho persino rifiutato di vendere, i tre dipinti, a collezionisti che li avrebbero acquistati a quotazione piena».
 

Sgarbi l'ha definita l'ultimo caravaggesco, ci si ritrova? Anche perché altre sue opere sono di impronta surrealista.
«Non amo le semplificazioni critiche perché la mia pittura è il prodotto di numerosissime suggestioni artistiche, letterarie e teologiche. Sarebbe impossibile ridurre la mia fonte di ispirazione alla sola stagione del caravaggismo. Ad ogni modo, Sgarbi ha certamente colto, con acume, il forte debito che la mia pittura ha per le valenze luministiche e drammatiche delle composizioni del Caravaggio e dei suoi epigoni».
 

Quest'anno è stato chiamato a realizzare il Drappellone per il Palio di Siena, ci può dire come sarà?
«Ora sono a lavoro proprio sul Drappellone del Palio di Siena di luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano, procrastinando tutti gli altri progetti in cantiere, compresa la scenografia per la Tosca di Puccini che da Novara porteremo al teatro di Cagliari. La commissione del Comune toscano è molto severa riguardo la segretezza dell'immagine. Pertanto non potrò svelare nulla. Mi limito a dire che darò particolare preminenza alla figura della Vergine che nei drappelloni degli anni passati, paradossalmente, ha rischiato di apparire quasi oscurata rispetto ad altri elementi come i cavalli e le contrade. L'onore di una commissione come quella senese è grandissimo, considerando i grandi autori che si sono cimentati nella medesima impresa, dal XVII secolo ad oggi. Spero di poter rendere fruibile anche in Toscana il trittico dedicato a san Valentino. Son certo che molti ternani ne sarebbero fieri».  
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