Perugia, 400 firme per Villa Urbani: «La biblioteca è chiusa da due mesi»

L'ingresso della biblioteca comunale Villa Urbani: i disegni dei bambini del quartiere sono stati appesi alla cancellata già dai primi giorni di chiusura
di Riccardo Gasperini
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Aprile 2023, 08:34

PERUGIA - Ha toccato quota 400 la raccolta firme promossa da una rete di associazioni per chiedere una pronta riapertura della biblioteca comunale Villa Urbani, la struttura di via Pennacchi dove i cancelli sono chiusi da tempo. Nell’immediato, appena disposta la chiusura, in tanti si sono mobilitati per avere certezze su lavori e tempi di riapertura, ma a distanza di settimane la situazione non è cambiata. Tant’è che le stesse associazioni hanno preso carta e penna ancora una volta, in attesa di un vertice con il sindaco Andrea Romizi cui è stato chiesto un vertice. «A circa due mesi dalla chiusura della biblioteca Villa Urbani non abbiamo ancora informazioni certe sui tempi di riapertura della struttura e sull’entità del danno. E parliamo di tempi di riapertura perché ci rifiutiamo di credere che possa essere anche solo ipotizzata una chiusura definitiva». Dopo problemi al tetto, la biblioteca è stata interessata da distacchi di intonaco su una porzione di circa 10 metri quadrati nei locali a piano terra. Il Comune aveva annunciato controlli approfonditi per capire meglio la situazione e valutare l’entità dei lavori, con 150mila euro già preventivati per il tetto. Dopo le proteste iniziali, gli appelli arrivati anche dai bimbi della zona che hanno appeso cartelli al cancello e una prima presa di posizione delle associazioni, tutto è rimasto fermo e così si muovono ancora le associazioni Cap 06124 e Il Profumo dei Tigli.

«Sappiamo che non ci sono fondi disponibili al momento e che la città ha molte altre bellissime biblioteche, ma insistiamo nel ribadire che una biblioteca in periferia sia insostituibile, perché da questo si determinerà il futuro dei cittadini di domani.

Chi diventeranno i bambini di oggi dipenderà da cosa e quanto leggeranno, dalle esperienze di vita e culturali che faranno e da quanto potranno credere nella collaborazione tra cittadini e amministrazione pubblica». «Abbiamo avviato una raccolta firme che ha raggiunto circa 400 sottoscrizioni solo nel nostro quartiere in cui abbiamo chiesto di inserire la biblioteca nell’Art Bonus, di dislocare le attività culturali in un’area adiacente durante il periodo di chiusura provvisoria e l'associazione C.A.P. 06124 ha proposto che il materiale librario venga temporaneamente destinato ad altri spazi pubblici di periferia non utilizzati, come il Family Hub di Madonna Alta o la Biblioteca delle Nuvole. Siamo a disposizione come associazioni per contribuire alla ricerca di sponsor e mecenati che possano offrire il loro contributo alla causa, con il nostro tempo e le nostre competenze, gratuitamente». Insomma, sono state rilanciate le proposte già messe sul tavolo da tempo ed è stata ribadita la disponibilità a mettersi in gioco per una pronta risoluzione del problema che, come dimostrano le firme raccolte e l’impegno delle associazioni, sta a cuore ad un quartiere intero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA