PERUGIA - Un parto gemellare, la sorellina nasce subito, naturalmente, e sta bene. Il fratellino ha bisogno di venir fuori con un cesareo, ma alla sua nascita è chiaro che qualcosa non va. È assente l'attività respiratoria spontanea, il quadro clinico è grave, è immediato il trasferimento a Terapia intensiva neonatale di Perugia ma le dimissioni, dopo un mese, parleranno di «asfissia perinatale grave, sindrome distonico apatica», che significa «totale e permanente inabilità lavorativa al 100 per cento e con necessità di assistenza continua», per la «paralisi cerebrale infantile» che lo portano a un «ritardo globale».
Un caso di «mal practice sanitaria» passato per le vie assicurative, con i genitori che hanno ottenuto 1,2 milioni di euro di risarcimento. Ma di questi 800mila li ha messi la Regione Umbria e la procura della Corte dei conti li ha richiesti indietro all'allora primario di Ginecologia dell'ospedale di Castiglione del lago, al ginecologo di turno (era il 2004), a un'ostetrica e a una dirigente medico pediatra.