Terni, scontro finale sul dissesto del Comune: alla sezione centrale della Corte dei conti l'ultima sentenza

Sfilano l'ex sindaco e gli ex assessori

Terni, scontro finale sul dissesto del Comune: alla sezione centrale della Corte dei conti l'ultima sentenza
di Nicoletta Gigli
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Domenica 3 Marzo 2024, 08:22

TERNI - Lo scontro finale sul dissesto finanziario del Comune di Terni si gioca di fronte alla sezione centrale della corte dei conti.

L’udienza a Roma è fissata per martedì mattina.

Si discute il doppio appello alla sentenza dell’ottobre 2022 con cui la corte dei conti dell’Umbria ha condannato l’ex sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e l’ex assessore al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, a pagare al Comune rispettivamente 11mila e quasi 60mila euro per la gestione del dissesto finanziario dell’ente.  Assolti gli ex assessori Francesca Malafoglia, Emilio Giacchetti, Stefano Bucari, Francesco Andreani, Daniela Tedeschi, Cristhia Falchetti Ballerani e Tiziana De Angelis.

Contro la sentenza di condanna hanno fatto appello gli avvocati Roberto Spoldi, Gianluca Luongo e Nicola Pepe, chiedendo l’assoluzione di Leopoldo Di Girolamo e Vittorio Piacenti D’Ubaldi.

L’appello l’ha proposto anche la procura contabile dell’Umbria. Chiede la condanna dei sette ex assessori che, chiamati a rispondere della presunta cattiva gestione del dissesto finanziario del Comune certificato nel 2018, un anno e mezzo fa erano stati assolti e la conferma delle due condanne.

Nei loro confronti degli assolti, si legge nella sentenza «la procura ha mosso accuse generiche non consentendo di individuare la norma o la regola di condotta che essi avrebbero violato».

Si prevede un’udienza fiume e sarà quella che metterà la parola fine a uno dei procedimenti contabili scaturiti dall’inchiesta penale Spada. Esplose nel 2016, quando un centinaio di uomini di polizia e guardia di finanza circondarono palazzo Spada e gli uffici comunali mentre un elicottero sorvegliava il blitz dall’alto. Decine di perquisizioni in uffici comunali, sedi di cooperative sociali, uffici privati e abitazioni degli indagati, e l’ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti in relazione agli appalti alle coop sociali per il verde pubblico, i cimiteri comunali e la gestione della Cascata delle Marmore. L’ex sindaco e vice sindaco finirono ai domiciliari, diciannove gli imputati di un processo che è stato chiuso nel 2020 con l’assoluzione con formula piena per tutti.

Il procedimento contabile per il danno erariale è andato avanti, con un’altalena di sanzioni iniziali, da 150 mila euro, decise nel 2021 per i nove ex amministratori.

L’anno dopo la corte dei conti in composizione collegiale ha raddoppiato le singole sanzioni per l’ex sindaco, Leopoldo Di Girolamo e l’ex assessore al bilancio, Vittorio Piacenti d’Ubaldi. Ha annullato invece tutte le sanzioni pecuniarie per gli altri sette ex assessori. L’appello della procura umbra che sarà discusso martedì ipotizza la corresponsabilità degli ex assessori in quanto membri di una giunta che opera come organo collettivo nel quale chi vota influisce sulla decisione da assumere.

Tra le carte d’accusa al centro di complesse perizie contabili anche il rendiconto della gestione del Comune datata 2016, che portava alla luce un disavanzo di 56 milioni di euro. Con l’amministrazione che, per l’accusa,  a fronte dell’instabilità del bilancio comunale, non avrebbe fatto quello che doveva per risanare i conti.

«Siamo molto fiduciosi sia nella conferma delle assoluzioni che nel ribaltamento della sentenza di primo grado relativamente all’ex sindaco e assessore al bilancio in quanto che nei loro confronti non è imputabile alcun tipo di comportamento di carattere colposo» dice Roberto Spoldi, legale di Di Girolamo, Stefano Bucari ed Emilio Giacchetti.

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