Orvieto, dopo 140 anni
chiude la merceria “Simoncini”

Orvieto, dopo 140 anni chiude la merceria “Simoncini”
di Monica Riccio
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 12:27
ORVIETO Un “grazie” scritto con i bottoni, un fiocco tricolore in bacheca, è il saluto della Merceria Simoncini ai propri clienti. La storica attività di Corso Cavor 82, in pieno centro storico, ai piedi della Torre del Moro di Orvieto, ha chiuso per l’ultima volta la saracinesca domenica 2 giugno dopo 140 anni di onorato servizio alla clientela. Ad abbassare la serranda, dopo qualche settimana di svendita totale della merce, è stato Lamberto Simoncini, 80 anni portati benissimo, ultimo di tre generazioni che dal 1880, a Orvieto, hanno contribuito a fare la storia della città con una presenza costante, sempre cortese, con un negozio fornitissimo, punto di riferimento in città e altrove.«C’è l’età – dice Lamberto – e poi ero rimasto solo e da soli è difficile mandare avanti una attività del genere. E’ stato durissimo prendere la decisione di chiudere». La “Ditta Luigi Simoncini” nasce nel 1880 con nonno Luigi, la sua è una attività di merceria, fili, filati, intimo, nata come ingrosso per rifornire gli empori e i piccoli negozi del circondario. Dopo lui è il figlio Settimio, nel dopoguerra, che affianca all’attività di ingrosso quella del dettaglio e già dalla metà degli anni ‘50 anche Lamberto e il fratello Francesco, scomparso nel 2019, iniziano a dare una mano: «il giovedì e il sabato – racconta Lamberto – quando c’era il mercato, veniva a Orvieto tanta gente. A volte non andavo a scuola in quei due giorni perché c’era da aiutare il babbo a bottega». Da Luigi, a Settimio, poi l’attività passa a Lamberto e Francesco che con le mogli Beatrice e Lucia, hanno mandato avanti il negozio. E poi la decisione di chiudere: «il commercio è cambiato – spiega Lamberto – troppe cose cambiano all’improvviso, e non è per il Covid, era così anche prima. Sono per mia natura legato al passato, non mi ci sono mai ritrovato in computer, mail, pec». Nonostante questo però il negozio Simoncini ha attraversato indenne tante mode, spaziando dalle ultime novità alle “cose” più classiche. Meta frequentatissima di ogni sarta orvietana, la vetrina di Simoncini era una delle tappe fisse del passeggio di un tempo e di oggi; in inverno facevano bella mostra di sé sciarpe, cappelli, guanti e stole, in estate si potevano ammirare foulard di ogni tipo, borse colorate e abbigliamento. E poi entrando si percepiva intatto il profumo del tempo, inconfondibile, tra scatole di bottoni di ogni foggia e colore, e passamanerie, nastri, fili, ma anche articoli di intimo per uomo e per donna, e poi abbigliamento e accessori. Un pezzo di storia orvietana che se ne va a fare il nonno: «si farò il nonno – dice Lamberto», padre di Giulia e di Fabio che hanno intrapreso altre felici carriere. E poi c’è il basket, perché Lamberto è sempre stato un grande appassionato della palla a spicchi, arbitro e segnapunti, sempre molto vicino alle squadre di pallacanestro cittadino. Magari ora che ha chiuso le scatole dei bottoni, e riposto registri e carte, chissà, avrà più tempo per tornare anche sugli spalti.
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