Libera Lex: moschee
in nome della legge

Libera Lex: moschee in nome della legge
di Giuseppe Caforio
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Domenica 3 Aprile 2016, 19:38
PERUGIA - La vicenda della erigenda moschea nel Comune di Umbertide sta disturbando il sonno di molti nell' Alta Valle del Tevere. E' fin troppo intuitivo che le tensioni del Medio Oriente e del Nord Africa, uniti agli efferati attacchi terroristici in Europa, abbiano creato una fortissima tensione intorno alle comunità di religione islamica presenti nei nostri territori. Siamo di fronte ad una vera e propria islamofobia, neologismo che sottolinea l'irrazionale paura per i Musulmani e per l'Islam. La naturale tendenza ad una generalizzazione rischia di avere effetti dannosi sul piano sociale al punto da incrinare alcuni principi fondamentali della nostra civiltà. Per questa ragione, la vicenda umbertidese è emblematica.
 
Perchè la comunità locale si è divisa in modo manicheo fra favorevoli e contrari alla nuova Moschea, al punto che sono state intraprese iniziative di discutibile gusto. Ad onor del vero, la questione, prima di esplodere in Umbria, ha trovato altri focolai, principalmente in Lombardia. Come è noto la giuntaMaroni aveva varato una legge urbanistica nota con il nome di “Legge antimoschee” che aveva introdotto tutta una serie di ostacoli finalizzati ad impedire che sorgessero centri di aggregazione islamici nel territorio lombardo. La Corte Costituzionale, solo pochi anni fa, ha dichiarato l'illegittimità di tale norma, richiamando alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento: l'art. 2 che sancisce i diritti inviolabili dell'uomo, l'art. 3 che prevede l'uguaglianza di tutti, ma soprattutto l'art. 19 che afferma che “tutti hanno diritto di professare la propria fede religiosa, in qualsiasi forma e di esercitare in privato e in pubblico il culto purchè non si tratti di riti contrari al buon costume”. I principi costituzionali non sono teoria ma regole di diritto, il più delle volte derivanti e riprese da trattati internazionali, a cominciare dalla Convenzione sui Diritti dell'Uomo e non possono essere dimenticati a causa di fatti contingenti, quantunque molto gravi, come le stragi in Francia o in Belgio. La situazione di emergenza in cui l'Europa si è venuta a creare non si può affrontare sacrificando le fondamenta su cui questa comunità è nata ed è stata costruita, tra cui le Libertà Fondamentali. Unmodo per sconfiggere gli estremismi è proprio quello di dare voce a chi intende seriamente e in ossequio ai valori veri della religione, professare il proprio culto. Ogni limitazione, oltre ad essere ingiustificata sotto il profilo del diritto, serve solo a creare ulteriori tensioni e quindi ad essere foriera di conflitti. Del resto sono stati proprio i Cristiani sotto l'impero romano a subire gravi limitazioni alla libertà di culto, limitazioni superate grazie alla lungimiranza di governatori che hanno capito che il pluralismo e la libertà di culto, unito alla laicità dello Stato, sono le regole principali della pacifica convivenza. 
 
LE LEGGI
. Allora, il problema non è quello se far o non far costruire lemoschee o le sinagoghe o altri templi di culto, ma è quello di far sì che chiunque voglia professare una religione lo faccia nel rispetto delle leggi italiane e sotto il controllo della Autorità pubblica. In questo senso, lungimirante e ammirevole è stata l'apertura di Papa Francesco e, nel suo territorio, del Cardinale Bassetti, che hanno concesso chiese cattoliche oramai scarsamente frequentate, ai cristiani ortodossi sia russi che greci in modo che essi abbiano in Umbria punti di riferimento per l'esercizio del proprio culto. Questa è la viamaestra da seguire. Del resto, è francamente più opportuno che le religioni, a cominciare dall'Islam, vengano professate in luoghi deputati e riconoscibili come appunto le Moschee, piuttosto che, come di fatto accade ora, in fondi o garage di fortuna, privi di qualsiasi controllo e difficili da individuare. 
 
PRINCIPI. Libertà e rispetto dello Stato e delle sue leggi devono essere i principi su cui anche la comunità umbra deve porsi nei confronti di una società che muta, dove islamici, buddisti, ortodossi e induisti oramai costituiscono delle realtà numericamente e qualitativamente significative. La Regione che ha dato i natali a Francesco, colui che si è recato dal Sultano per aprire un dialogo, nonché la terra di Capitini, non può e non deve permettersi chiusure mentali astoriche e contrarie a quello che possiamo definire il DNA di questa terra. D'altro canto, chi viene in Umbria portatore di altre culture e di altre religioni deve avere l'intelligenza e il dovere di rispettare questa terra, a cominciare dalla religione cattolica e la volontà di creare un rapporto di fratellanza, nel rispetto delle reciproche differenze.
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