Un vecchio spot diceva che una telefonata allunga la vita. In qualche caso, può semplicemente cambiare il corso della carriera. E' successo a Tiago Matias Casasola, quando la telefonata del direttore sportivo della Ternana Stefano Capozucca gli ha cambiato i piani. Aveva risolto con il Perugia e voleva tornare in Argentina. Ma mentre attendeva la chiamata dalla sua terra, ecco quella di Capozucca. «Mi ha parlato - racconta il giocatore - delle idee della società, ci ho riflettuto ed ho accettato. Poteva essere stimolante per la mia carriera, venire in una squadra rinnovata e con tanti giovani. Ora che sono qui, sento di aver fatto la scelta giusta. Con il lavoro, speriamo di continuare sulla buona strada». Non senza mugugni dai tifosi perugini, che pensavano a un ritorno in Argentina e invece lo hanno visto approdare sull'altra sponda del calcio umbro. «Che volevo tornare in Argentina - dice lui - è vero. Capisco e comprendo lo stato d'animo dei tifosi. Ho sempre dato il massimo per la maglia che ho indossato. Lo ho fatto lo scorso anno a Perugia e lo faccio quest'anno a Terni. Nel calcio si può cambiare squadra, ma io cerco sempre di essere molto rispettoso». Ricorda le emozioni del derby umbro: «Da argentino sono abituato alle partite calde e sentite. Il derby umbro è tra i più caldi e sentiti d'Italia. Un grande spettacolo. Si respira un'atmosfera particolare per tutta la settimana».
Dallo scorso anno, inoltre, ha avviato un percorso che si sta ripetendo ora, con il quale lui - un difensore - ha cominciato pure a segnare dei gol. 9 nel Perugia (6 rigori) e già 4 in rossoverde. «La Ternana - spiega Casasola - sia prima con Cristiano Lucarelli che adesso con Roberto Breda è squadra votata all'attacco.
Terni, per lui, è l'ultima tappa in ordine di tempo di un cammino cominciato da ragazzino nel Boca Juniors. Nello stadio della "Bombonera": «Mette i brividi. Se si alzano gli occhi non si vede il cielo, essendoci gli spalti alti e colmi di persone». A diciotto anni è arrivato in Europa, prima per una parentesi inglese al Fulham e poi in Italia dove ha preso il doppio passaporto. Sua moglie, Carlotta, è di Parma. Hanno un bambino, Álvaro. Insieme a loro sta pure visitando l'Umbria, alla scoperta dei posti più belli. «Quando posso - spiega - sto con loro. Voglio essere un buon papà e un bravo marito».